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Intelligenza Artificiale

Ictus, un progetto europeo per personalizzare il trattamento con l’intelligenza artificiale

  • Silvia Pogliaghi
  • Sanità

Le grandi potenzialità dell’integrazione dei dati clinici e sanitari con strumenti avanzati di elaborazione digitale, allo scopo di migliorare le strategie di trattamento dei pazienti stanno ormai arrivando ad applicazione concrete.

Un esempio è il progetto europeo Trustroke, che ha l’obiettivo di affinare la previsione degli esiti di ictus, per personalizzarne il trattamento. Si tratta di un progetto multidisciplinare, che coinvolge centri medici specialisti e centri informatici di alta specializzazione, per arrivare a costruire una piattaforma integrata di Intelligenza Artificiale (AI), in grado di utilizzare i dati clinici per migliorare gli standard di trattamento post-ictus.

Truststroke ha una durata di quattro anni ed è interamente finanziato dalla Comunità Europea, con oltre sei milioni di euro.

L’approccio federato dei dati attraverso l’intelligenza artificiale

Alla conclusione del primo anno di attività del progetto, si è svolto un meeting con tutti i partner, presso la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, che ha messo a fuoco un metodo innovativo definito “approccio federato dei dati” mediante intelligenza artificiale. L’obiettivo è quello di utilizzare le informazioni cliniche dei pazienti senza spostare i dati dalle sedi ospedaliere in cui vengono raccolti.

Questa modalità di gestione prevede, infatti, l’integrazione presso il CERN di Ginevra dei dati provenienti dalle diverse realtà assistenziali, già elaborati dagli algoritmi di AI. In tal modo i dati dei pazienti rimangono custoditi nella struttura sanitaria ove sono stati ricoverati e, allo stesso tempo, le informazioni utili per l’elaborazione vengono trasferite attraverso l’algoritmo di AI su una piattaforma federata, gestita dal CERN di Ginevra.

Oltre a Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, gli altri centri ospedalieri coinvolti nel progetto sono l’Ospedale Universitario Vall D’Hebron di Barcellona, l’Università Cattolica di Lovanio e, come validatore esterno, il Policlinico Universitario di Lubiana in Slovenia. Il Gemelli coordina l’attività clinica, dall’organizzazione alla realizzazione degli studi clinici, e con gli altri Centri ospedalieri si interfaccia con i partner tecnici per gli aspetti tecnologici (CERN, Politecnico di Milano, CNR, Eatris, Fundació Eurecat, Nacar, Nora Health, Jozef Stefan Institute) e sociali (SAFE).

L’addestramento dell’AI e il rispetto dei dati sanitari sensibili

Pietro Caliandro, dirigente medico presso la Stroke Unit del Policlinico universitario A. Gemelli,di Roma e coordinatore del Work Package clinico del progetto Trustroke, ci spiega cosa si intende per approccio federato dei dati:

quando ci riferiamo all’intelligenza artificiale parliamo di uno strumento di calcolo estremamente potente, basato su algoritmi che devono essere addestrati con un’enorme mole di dati. Maggiore è la quantità e la qualità dei dati, maggiore sarà il livello di conoscenza e di affidabilità dell’algoritmo e dell’informazione che restituisce. Per valutare le informazioni cliniche provenienti da tre diversi ospedali, è necessario fare delle considerazioni a livello locale sulle singole casistiche e, in seguito, unire le informazioni che scaturiscono dalle tre casistiche. Quindi non sono i dati dei pazienti che si spostano, ma sono gli algoritmi che vengono addestrati prima a livello locale e solo in seguito, una volta che hanno raggiunto la capacità di apprendere in quello specifico ospedale, si spostano negli altri due ospedali.  Le tre capacità acquisite nei tre diversi centri vengono poi federate in una sorta di algoritmo di livello superiore che risiede nel CERN di Ginevra. Ciò offre garanzia nel preservare l’integrità e il rispetto dei dati sensibili dei singoli pazienti dei vari Centri ospedalieri.”

“Quindi ‘’approccio federato – aggiunge Caliandro – è, sostanzialmente, una federazione tra algoritmi che non trattengono le informazioni sensibili del paziente, ma che hanno raggiunto un livello di istruzione tale che gli permette di affrontare delle nuove problematiche, ovvero, le nuove problematiche del paziente, in qualsiasi parte del mondo”. E conclude:

l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è l’orientamento verso cui ci si sta dirigendo anche dal punto di vista legislativo, regolatorio e normativo. Sarà uno strumento che ci fornirà suggerimenti che dovranno essere verificati e valutati secondo scienza e coscienza, in base alla cultura, alla sensibilità del medico e alla specifica situazione.  L’intelligenza artificiale potrà dare un’informazione specifica molto precisa sulle caratteristiche del singolo paziente. Quindi si tratta di un valore aggiunto importantissimo, che va comunque vagliato dalla sensibilità, dalla cultura del medico che mantiene l’onere della scelta clinica”.

Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.