Intelligenza artificiale in sanità, il manifesto degli oculisti
“L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (AI) nello screening massivo della retinopatia diabetica potrebbe consentire di migliorare in modo significativo l’aderenza alle procedure di screening e promuovere l’equità e il superamento delle disuguaglianze di accesso ai servizi sanitari, raggiungendo anche quella quota meno abbiente che non può permettersi i costi di una visita oculistica”
Lo affermano gli oculisti di AIMO (Associazione italiana medici oculisti) che, in occasione del 19° Forum Risk Management di Arezzo, hanno presentato un manifesto per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nello screening della retinopatia diabetica
Il dottor Alberto Piatti, responsabile Oculistica Territoriale ASL To5 e consigliere dell’AIMO ha spiegato:
Ben il 30% delle attività in ambito sanitario e sociale potrebbero essere automatizzate con l’uso dell’Intelligenza Artificiale determinando un aumento di produttività capace di ridurre il disavanzo previsto di 3,5 milioni di operatori sanitari entro il 2030 in tutta l’area dei paesi dell’OCSE.”
L’importanza dello screening per la retinopatia diabetica
“La retinopatia diabetica – sottolinea Piatti – è la più temibile complicanza del diabete, in grado di causare deficit visivi significativi fino alla cecità nella popolazione ancora in età lavorativa. Ha una prevalenza di circa il 30% fra i pazienti affetti da diabete. In Italia si stimano circa 3,5 milioni di persone colpite dalla malattia diabetica (dati ISTAT 2021) e circa 1 milione potrebbero essere i soggetti con complicanze retiniche”.
Lo screening della retinopatia diabetica viene oggi condotto in prevalenza utilizzando retinografi digitali. “Attualmente con l’utilizzo della retinografia digitale non midriatica – chiarisce Piatti – siamo in grado di effettuare molte fotografie del fondo oculare, in quanto la tecnica è semplice e veloce. Il problema è diventato la refertazione, con volumi di prestazioni da refertare troppo elevati per i medici oculisti. L’utilizzo di un algoritmo di AI, che riesce ad analizzare una grande quantità di dati in breve tempo, può farci fare un consistente salto in avanti. ” E aggiunge: “Peraltro, molti programmi di AI hanno dimostrato una sensibilità del 100% nell’individuare le forme di retinopatia da inviare allo specialista oftalmologo. La probabilità di avere dunque dei falsi negativi è prossima allo zero.”
Lo screening precoce della retinopatia diabetica può consentite di mantenere stabile la malattia evitando le terapie prolungate e dispendiose necessarie per le forme gravi. Attualmente in Italia lo screening per la retinopatia diabetica copre il 27% dei pazienti (Annali Associazione Medici Diabetologi). Nell’ASL To5, dove è attivo un programma di screening da circa 20 anni la percentuale di screening arriva al 36%.
Telemedicina e intelligenza artificiale al fianco degli oftalmologi
Il tema della telemedicina e dell’AI in oftalmologia è stato affrontato anche in una tavola rotonda organizzata congiuntamente da AIMO e GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi), sempre nell’ambito del Forum Risk Management.
Renato Mazzacane, segretario generale GOAL e referente AIMO Lombardia, ha dichiarato:
Siamo consapevoli della rivoluzione digitale in atto in tutti i settori, compreso quello della sanità e riconosciamo le opportunità ma anche i rischi legati all’utilizzo di questi sistemi. In particolare in oftalmologia vengono affrontate in ambito territoriale le principali patologie croniche, quali le vascolari retiniche ed il glaucoma. La speranza è che telemedicina e AI possano aiutare l’oftalmologo a giungere in tempi brevi ad una precoce diagnosi e ad una adeguata terapia, magari prevedendo anche l’esito prognostico delle patologie oculari croniche più frequenti. Il cammino è già iniziato”.