Statine, rischi e benefici della terapia nei grandi anziani
Negli studi randomizzati controllati esiste spesso un problema di sottorappresentazione di specifiche popolazioni di pazienti. È questo il caso degli ultra-75enni nei trial sull’impiego delle statine per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari (CVD) e della mortalità per tutte le cause.
Per colmare la lacuna, è stato condotto questo studio, pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine che ha voluto indagare i benefici e i rischi del trattamento con statine per la prevenzione primaria di soggetti anziani (di età compresa tra 75 e 84 anni) e molto anziani (di età ≥85 anni).
La terapia con statine riduce il rischio CV anche dopo gli 85 anni
Il disegno dello studio prevedeva il confronto di coorti appaiate che hanno iniziato o non la terapia con statine, sulla base delle cartelle cliniche elettroniche pubbliche di Hong Kong, estese a tutto il territorio. Sono state incluse le persone di età pari o superiore a 75 anni che hanno soddisfatto le indicazioni per l’inizio della statina da gennaio 2008 a dicembre 2015. I partecipanti con CVD pregresse, come per esempio coronaropatie, sono stati esclusi dall’analisi.
Tra 69.981 soggetti eleggibili di età compresa tra 75 e 84 anni e 14.555 soggetti di età pari o superiore a 85 anni, 41.884 e 9.457 avevano una storia di CHD equivalente (per esempio, diabete) nelle rispettive fasce di età. Le misure riguardavano l’incidenza di CVD maggiori (ictus, infarto miocardico o insufficienza cardiaca), mortalità per tutte le cause ed eventi avversi maggiori (miopatie e disfunzioni epatiche).
Su 42.680 persone abbinate di età compresa tra 75 e 84 anni e 5.390 persone abbinate di età pari o superiore a 85 anni (follow-up medio 5,3 anni), 9.676 e 1.600 hanno sviluppato CVD in ciascun gruppo di età, rispettivamente.
La riduzione del rischio di incidenza complessiva di patologie cardiovascolari è stata riscontrata per l’inizio della terapia con statine nei soggetti di età compresa tra 75 e 84 anni: la riduzione del rischio standardizzato a 5 anni è stata dell’1,20% (IC al 95%: 0,57%-1,82%), nell’analisi intention-to-treat (ITT); del 5,00% (IC al 95%: 1,11%-8,89%) nell’analisi per protocol (PP); analogamente, nei soggetti di età pari o superiore a 85 anni è stata del 4,44% nell’analisi ITT (IC al 95%: 1,40%-7,48%); e del 12,50% nell’analisi PP (IC al 95%: 4,33%-20,66%).
Nelle conclusioni dello studio, gli autori sottolineano che nei pazienti di età pari o superiore a 75 anni è stata osservata una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari dopo l’introduzione di una terapia con statine, senza un aumento del rischio di effetti avversi gravi; i benefici e la sicurezza del trattamento sono stati inoltre, riscontrati anche nei soggetti di 85 anni o più.