In Italia si stima che 1,6 milioni di persone vivano con una demenza, di cui circa 600.000 con diagnosi di Alzheimer. A queste si aggiungono oltre 900.000 persone con decadimento cognitivo lieve, condizioni che comportano un impatto enorme sull’intero sistema Paese, con una spesa stimata dall’Istituto Superiore di Sanità fino a 23 miliardi di euro l’anno, costi che ricadono principalmente sulle famiglie dei malati.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, celebrata il 21 settembre, la SNO, Scienze Neurologiche Ospedaliere, pone l’accento sull’importanza di un approccio multidisciplinare e multiprofessionale per affrontare la malattia, coinvolgendo non solo i medici di diverse specialità, ma anche altre professionalità come psicologi, infermieri, assistenti sociali. Pasquale Palumbo, presidente SNO, sottolinea:
di fronte a una patologia complessa come l’Alzheimer, la presa in carico globale del paziente e della sua famiglia non può prescindere da un approccio multidisciplinare e multiprofessionale.”
Modelli assistenziali avanzati
Un esempio concretodi approccio multidisciplinare arriva dalla Liguria, dove il Centro Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) dell’ASL 1 Imperiese ha messo a punto un modello innovativo di “CDCD diffuso”.
Il gruppo di lavoro comprende neurologi, geriatri, psichiatri, neuropsicologi, psicologi, assistenti sociali e infermieri referenti. Oltre agli ambulatori attivi negli ospedali di Imperia e Sanremo, il modello prevede punti territoriali presso le Case di Comunità, visite domiciliari per i casi complessi e una stretta collaborazione con infermieri di famiglia e comunità (IFeC) e medici di medicina generale a rete di supporto non riguarda solo i pazienti ma anche i caregiver, grazie a gruppi di auto mutuo aiuto, sportelli di ascolto dedicati e cicli di formazione continua rivolti al personale delle strutture residenziali.
Una strategia che ha favorito anche la collaborazione con il terzo settore e con la Rete Demenze Ligure, in sinergia con l’Istituto Superiore di Sanità. La dottoressa Alessia Lanari,della SNO, esponsabile del CDCD, spiega:
il nostro obiettivo è una presa in carico globale, socio-sanitaria, che accompagni pazienti e famiglie in ogni fase della malattia. È un lavoro corale che si nutre di collaborazione tra istituzioni, operatori sanitari e comunità locali.”
Analogo il caso della ASST Melegnano-Martesana (ATS) Milano dove è stato formalizzato un PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) specifico, strutturato per integrare il CDCD con il territorio coinvolgendo le strutture esterne come i medici di medicina generale, IFeC, assistenti sociali e familiari.
Nell’ambito di questo percorso è stata lanciata una vera e propria scuola di formazione per caregiver ed operatori denominata “Demenza e competenza”, volta a istruire su aspetti assistenziali, relazionali, ambientali, normativi e sociali.



