Gli inibitori SGLT2, la più recente classe di farmaci approvata in Italia per il trattamento del diabete di tipo 2 (T2D), già indicati anche per lo scompenso cardiaco, potrebbero avere un ulteriore vantaggio, ossia la riduzione del rischio di fibrillazione atriale (FA).
Lo suggerisce un nuovo studio retrospettivo, condotto in Germania e pubblicato sulla rivista Diabetes, Obesity and Metabolism.
Lo studio sull’associazione tra trattamento con ipoglicemizzanti e rischio di fibrillazione atriale
Per questo studio i ricercatori dell’Università di Giessen, in Germania, hanno utilizzato i dati di 29.424 pazienti con T2D di età pari o superiore a 40 anni e una diagnosi iniziale di FA, abbinati a un numero uguale di pazienti di controllo senza FA, per valutare l’associazione tra l’uso di diversi farmaci ipoglicemizzanti e la diagnosi di FA tra il 2005 e il 2023.
Le terapie ipoglicemizzanti includevano metformina, sulfonilurea, agonisti del recettore GLP-1 (GLP-1 RA), inibitori della DPP-4, inibitori SGLT2 e insulina.
Il trattamento con inibitori SGLT2 è stato associato a un rischio ridotto di FA (odds ratio [OR] 0,82; P <0,01 per anno di terapia). Gli agonisti del recettore GLP-1 sono stati associati a un rischio leggermente ridotto di FA (OR 0,93; P <0,01), con un’associazione più forte tra le donne (OR 0,89), i pazienti di età compresa tra 71 e 80 anni (OR 0,88) e i pazienti di età superiore a 80 anni (OR 0,81; P <0,01 per tutti).
L’uso di sulfonilurea è stato associato a un lieve aumento del rischio di FA (OR 1,09; P <0,01), con la più forte associazione tra i pazienti di età inferiore a 70 anni (OR 1,18; P <0,01).
I pazienti con FA hanno iniziato la terapia con inibitori SGLT2 in media 2,6 anni prima della diagnosi, con una durata media della terapia di 2,3 anni. Gli autori scrivono:
il trattamento con inibitori SGLT2 e GLP-1 RA potrebbe avere un importante effetto aggiuntivo, finora sconosciuto, della terapia antidiabetica: la prevenzione della FA, una patologia ad alta prevalenza e con un impatto significativo sulle persone che ne soffrono.”