
Terapie digitali, un futuro in abbinamento ai farmaci
In un prossimo futuro faremo fatica a immaginare un farmaco privo di abbinamento con un software”.
Lo afferma Roberto Ascione, chairman dell’edizione italiana di Frontiers Health 2024 uno dei principali eventi mondiali sulla salute digitale, che aggiunge:
avremo molteplici software digital therapeutics (DTx), che possono dare benefici, soprattutto abbinati alle terapie farmacologiche. Ad esempio, per migliorare l’aderenza alla terapia si possono utilizzare app specifiche, specialmente se si tratta di terapie particolarmente complesse, con diverse applicazioni e dosaggi precisi. Da un punto di vista economico, non dobbiamo vedere questi software come un costo aggiuntivo della terapia, ma come un meccanismo di ottimizzazione che consente un guadagno, soprattutto di salute, lungo tutto il percorso terapeutico.”
Cosa sono le terapie digitali
Nel 2023 ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione) ha definito la terapia digitale come:
un software per la salute destinato a trattare o ad alleviare una malattia, un disturbo, una condizione o una lesione attraverso la generazione e l’erogazione di un intervento medico che ha un impatto terapeutico positivo dimostrabile sulla salute di un paziente.”
Le DTx possono essere utilizzate come terapia a sé stante (stand alone), oppure in associazione o combinazione con altre terapie, anche farmacologiche. Inoltre tutte queste applicazioni dell’informatica alla salute sono state divise in otto categorie, vedi tabella
Giuseppe Recchia, vicepresidente Fondazione tendenze salute sanità e co-fondatore daVi DigitalMedicine sottolinea:
Nella gestione delle malattie croniche, l’attuale modello basato su la centralizzazione delle visite negli ambulatori e negli ospedali e incentrato esclusivamente sulle terapie farmacologiche appare non sostenibile né adeguato. La medicina digitale, con le nuove tecnologie in mano al paziente può aiutare nel continuum delle terapie, con la produzione di dati nell’arco del tempo e nei contesti di vita reale; inoltre per la gestione delle malattie croniche, è fondamentale la modifica dei comportamenti del paziente, cosa che le terapie farmacologiche non possono fare. Le tecnologie digitali rendono il paziente un co-pilota della propria salute.”
Cosa ne pensano i medici e i pazienti
Dai recenti dati della ricerca dell’osservatorio Life Sciences della School of Management del Politecnico di Milano, realizzata in collaborazione con le associazioni di pazienti emerge che il 65% dei pazienti sarebbe disposto a utilizzare una terapia digitale proposta dal medico curante, in particolare se consentisse di migliorare lo stile di vita e lo stato di salute (77%) e di avere maggior consapevolezza della propria patologia (72%). Purché risponda alle proprie esigenze specifiche (71%) e migliori la relazione con il medico curante (70%).
I medici di medicina generale, coinvolti nella ricerca grazie alla FIMMG, sarebbero disposti a prescrivere una DTx se ne avessero la possibilità, soprattutto se certi che il paziente possegga le competenze digitali per un corretto utilizzo (72% dei medici specialisti e 69% dei medici di medicina generale). Tra i principali benefici riconosciuti dai medici specialisti, emerge la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di dati a supporto sia della ricerca clinica (68%) sia per prendere decisioni (65%).
La situazione legislativa in Italia
“Nel 2023 – spiega Ascione, che è presidente di Health Innovation, Eversana – in Italia è stato proposto un disegno di legge sulle terapie digitali, promosso da un gruppo interparlamentare guidato dall’Onorevole Simona Loizzo, nel corso dell’evento Frontiers Health di Milano ha annunciato l’impegno da parte del Governo ad individuare fondi di copertura. Realisticamente, si può immaginare che nel corso dell’anno prossimo l’Agenas possa realizzare un framework autorizzativo e di rimborsabilità per le DTx, come già avvenuto in altri paesi europei”.
Il ruolo del medico di medicina generale per le terapie digitali
“Il MMG – precisa Ascione – il prescrittore delle DTx per le patologie che gestisce direttamente. Penso proprio ad una estensione naturale del ruolo, in questa direzione, esattamente come accadrebbe per un dispositivo medico di altra natura. Si potrà scegliere quale miglior tool utilizzare. Sarà necessaria formazione e consapevolezza prescrittiva. I nuovi medici di medicina generale non credo avranno problemi in questo senso. Nella mia esperienza già oggi moltissimi medici nel pieno della loro vita professionale sono abituati all’utilizzo delle tecnologie digitali, certo le prescrizioni dovranno essere semplici e non complesse né per il medico né per il paziente”.