Artrite psoriasica: apremilast efficace nelle entesiti e dattiliti associate alla malattia
Artrite psoriasica: apremilast è efficace anche nei pazienti affetti da dattilite ed entesite, due manifestazioni tipiche associate alla malattia. Lo affermano i risultati di un’analisi post-hoc di dati aggregati a lungo termine (104 settimane) del programma di studi clinici di fase III PALACE che sono stati presentati in occasione del congresso EULAR 2015. Apremilast è un inibitore selettivo orale della fosfodiesterasi 4 (PDE4), già approvato dall’Ema per il trattamento degli adulti con artrite psoriasica in fase attiva. Dattiliti ed entesiti sono segni e sintomi caratteristici delle artriti sieronegative, quali l’artrite psoriasica, ma spesso difficili da riconoscere perché confusi con tendiniti o con mialgia. Una volta correttamente diagnosticata, l’artrite psoriasica può essere efficacemente trattata grazie ad un ampio armamentario terapeutico oggi arricchito anche da nuovi farmaci biologici, potenti immunosoppressori dal differente meccanismo d’azione, efficaci e molto ben tollerati dai pazienti. Apremilast costituisce un’ulteriore innovazione: si tratta di una “small molecule” immunomodulante intracellulare dalle ampie potenzialità, sia in termini di miglioramento della qualità di vita dei pazienti, sia per la gestione della malattia da parte degli specialisti reumatologi.
Negli studi clinici di fase III PALACE 1, 2 e 3 sono stati ammessi pazienti con entesite e dattilite al basale per valutare il beneficio terapeutico di apremilast nell’arco di 104 settimane. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere apremilast (Otezla®) 20 mg due volte/die, 30 mg due volte/die o placebo per le prime 16 settimane. Alla settimana 16, alcuni pazienti del gruppo placebo sono stati randomizzati a uno dei due gruppi in trattamento con apremilast mentre gli altri hanno continuato ad assumere placebo fino alla settimana 24. Alla settimana 24, i pazienti hanno proseguito il trattamento con apremilast o sono passati da placebo ad apremilast 20 mg o 30 mg due volte/die in una fase di trattamento attivo, in aperto, a lungo termine. Sui dati aggregati dei tre studi PALACE è stata eseguita l’analisi post-hoc.
Ebbene, il trattamento con apremilast 30 mg due volte/die nei pazienti con entesite o dattilite ha dimostrato miglioramenti di questi sintomi a 52 settimane e tali miglioramenti sono stati mantenuti nell’arco delle 104 settimane. A questo dosaggio, il farmaco ha determinato una riduzione media del 67,9 per cento nella conta delle dita colpite da dattilite alla settimana 52 e dell’80 per cento alla settimana 104. Una conta pari a 0, ossia nessun segno di dattilite, è stato ottenuto dal 67,5 per cento dei pazienti alla settimana 52 e dal 77,5 per cento alla settimana 104.
Sul fronte della tollerabilità, non sono emersi nuovi problemi di sicurezza e non sono stati osservati aumenti nell’incidenza o nella gravità degli eventi avversi in seguito all’esposizione a lungo termine.