Artrite reumatoide, l’ecografia per i pazienti in remissione clinica a rischio di progressione
Artrite reumatoide: l’ecografia è utile per i pazienti in remissione clinica che potrebbero essere a maggior rischio di progressione della malattia e dunque potrebbero trarre beneficio da un trattamento precoce più aggressivo. È quanto sostengono due nuovi studi, di cui uno italiano, presentati all’EULAR di Roma.
Molti pazienti definiti in remissione clinica potrebbero avere un rischio di danno progressivo silente delle articolazioni. Sarebbe molto utile quindi avere a disposizione una metodica di screening in grado di evidenziare alcune “spie” della progressione del danno articolare, in modo da indirizzare i pazienti a un trattamento più intensivo. In questo contesto si collocano i due studi qui citati che dimostrano come l’ecografia possa essere un valido strumento per predire il rischio di flare e di acutizzazione dei sintomi, e quindi di identificare in questo modo i soggetti che meriterebbero un trattamento più aggressivo, nonostante l’apparente remissione clinica.
Due sono gli elementi chiave che emergono dagli studi. Per la prima volta, la diagnosi ecografica di tenosinovite viene messa in relazione con l’esacerbazione dei sintomi, in pazienti in remissione. E inoltre, sempre in questi pazienti apparentemente “symptom free” l’impego di indagini ecografiche ad alta definizione al fine di diagnosticare la sinovite subclinica in fase attiva permetterebbe di individuare i candidati meritevoli di un aggiustamento terapeutico, al fine di prevenire o comunque ridurre il più possibile il rischio di danno progressivo nel tempo.