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Celiachia osteoporosi

Celiachia e osteoporosi: l’importanza della dieta senza glutine

Disturbi del metabolismo osseo sono frequenti negli adulti con una diagnosi di malattia celiaca. Uno studio americano su una popolazione di adulti e anziani ha rilevato che oltre il 70% dei soggetti celiaci mostra una condizione di osteopenia, ossia una densità minerale ossea inferiore alla media rispetto ai soggetti non celiaci. Il fenomeno era ancora più accentuato nelle donne dopo la menopausa.

La cause di questo legame tra celiachia e rischio di osteoporosi sono generalmente indicate nell’incapacità dell’intestino di assorbire correttamente il calcio e la vitamina D. Negli ultimi anni sono emersi anche altri fattori. In una review recentemente pubblicata, che riguarda la celiachia a insorgenza tardiva, gli autori ricordano che nella patogenesi dell’osteopenia dei soggetti celiaci giocano un ruolo importante anche le citochine proinfiammatorie e antinfiammatorie.

Le citochine osteotropiche sono coinvolte nel rimodellamento osseo, perché regolano la differenziazione e l’attivazione di osteoblasti e osteoclasti. Nei pazienti con celiachia non trattata sono stati rilevati livelli più elevati di citochine sieriche, che attivano direttamente gli osteoclasti (IL-1, IL-6 e TNF-α), e bassi livelli di citochine con un ruolo inibitorio (IL-18 e IL- 12).

L’attivatore del recettore del fattore nucleare kappa-B ligando (RANKL) è fondamentale per l’omeostasi ossea, perché crea un equilibrio dinamico tra l’attività di riassorbimento osseo e gli effetti del suo recettore naturale l’osteoprotegerina (OPG). Il rapporto OPG/RANKL è significativamente più basso negli individui con celiachia rispetto ai controlli sani ed è correlato positivamente con una bassa densità minerale ossea.

Il ruolo della dieta senza glutine

Gli autori delle review sottolinenao che la dieta senza glutine è il fattore più importante che offre protezione dall’indebolimento dell’osso e dal conseguente rischio di fratture.

Nelle donne celiache anziane, infatti, si riscontra una prevalenza più elevata di fratture. La maggior parte delle fratture si verificano prima della diagnosi di celiachia e sono più comuni nei pazienti  con scarsa compliance alla dieta senza glutine.

A questo proposito un’altra review del 2015 ha esaminato l’efficacia della dieta priva di glutine, dell’attività fisica, della supplementazione di nutrienti e dei bifosfonati per il trattamento della bassa densità ossea in soggetti celiaci.

Sono stati presi in considerazione 20 studi in cui i pazienti adulti con nuova diagnosi di malattia celiaca sono stati valutati dopo almeno un anno di dieta senza glutine con densitometria ossea a raggi X (DEXA).

L’aderenza alla dieta senza glutine per un anno ha portato a un parziale recupero della densità ossea in tutti gli studi e al completo recupero entro il quinto anno.

Non sono state osservate differenze di trattamento tra la sola dieta priva di glutine e la dieta più i bifosfonati. Per i pazienti con carenze nutrizionali, l’integrazione con vitamina D e calcio ha comportato un miglioramento significativo. Le prove dell’impatto dell’attività fisica sulla densità ossea sono limitate. Gli autori aggiungono che dovrebbero essere studiate strategie terapeutiche volte a modificare i fattori dello stile di vita durante tutto l’arco della vita.

Maggiori approfondimenti sulla celiachia, gli aspetti nutrizionali e materiale informativo per i pazienti sono reperibili sul sito del Dr. Schär Institute

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.