Obesità, le differenze di genere nella risposta allo stimolo della fame
Uno studio italiano ha rilevato una differenza di genere nel funzionamento di specifiche regioni del cervello in una popolazione di soggetti anziani con obesità. Nei soggetti di sesso femminile con un elevato indice di massa corporea (BMI) si riscontra una ridotta connettività nei circuiti cerebrali legati al controllo e alla decisione, che invece risulta aumentata nei circuiti legati alla gratificazione e alla ricompensa.
Lo studio
Lo studio, pubblicato sulla rivista Aging, dai ricercatori dell’IRCCS Policlinico San Donato, dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e dell’Università degli Studi di Milano, ha analizzato con la PET (tomografia a emissione di positroni) i correlati metabolici del cervello rispetto a diversi livelli di BMI, in un gruppo di 222 soggetti anziani (età media 74 anni).
Nei soggetti di sesso femminile, oltre all’aumentato metabolismo della corteccia orbitofrontale (prevalentemente nell’emisfero anteriore destro), sono stati riscontrati aumenti di connettività nella corteccia frontopolare e nell’insula destra. Mentre la prima è una regione chiave per la motivazione e il controllo delle funzioni complesse, come il comportamento orientato agli obiettivi, la seconda è associata ai processi di ricompensa legati al piacere di alimentarsi.
Come si spiega la differenza
“Sappiamo già da tempo – spiega Livio Luzi, responsabile dell’area di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’IRCCS Policlinico San Donato e ordinario di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Milano – che l’obesità differisce nelle donne e negli uomini per diversi aspetti: la prevalenza dell’obesità è più elevata nelle donne (38,3%) rispetto agli uomini (34,3%), indipendentemente dall’età anagrafica e dall’etnia. Queste differenze di genere, rispecchiate anche nella composizione corporea, sono dovute a una molteplicità di fattori: ormonali, ambientali e anche dietetici, dato che sia i modelli alimentari sono diversi tra i sessi, sia il desiderio di cibo e la risposta cerebrale al tipo di gusto esperito.”
“Anche se la spiegazione di queste diversità è ancora oggetto di studio, – aggiunge Luzi – le ragioni più probabili sono da imputare anche agli effetti degli ormoni sessuali nella risposta del cervello al cibo. I dati analizzati in questo lavoro fanno pensare che l’esposizione a stimoli alimentari appetibili veda i maschi più efficaci delle femmine nel limitare l’assunzione di cibo. Per le donne in sovrappeso sarebbe materialmente più difficile esercitare un controllo inibitorio della fame e del comportamento alimentare”
“I nostri dati dovranno essere confermati in una popolazione di donne obese giovani – conclude Luzi – tuttavia la differenza di genere dimostrata qui nell’associazione tra BMI e metabolismo cerebrale ci porta a diverse considerazioni per la pratica medica e la politica sanitaria: considerando che i meccanismi neurofisiologici attraverso i quali riceviamo gratificazione dal cibo sono diversi, la cura e la prevenzione dell’obesità dovranno in futuro essere modulate in maniera conforme a queste differenze, per offrire a ciascuno una soluzione più appropriata ed efficace per il controllo dell’alimentazione”.