Allergie e Covid-19, non interrompere le terapia abbassa il rischio d’infezione
Prosegue la campagna “Un respiro di salute”
Non interrompere le terapie inalatorie prescritte dal medico. Questa semplice raccomandazione, rivolta ai pazienti con asma e allergie, assume un valore particolare al tempo della pandemia da Covid-19.
La raccomandazione rivolta ai 10 milioni di italiani, adulti e bambini, che a soffrono di allergie e patologie respiratorie croniche, come l’asma è contenuta nello Speciale leaflet “Prevenire, riconoscere i sintomi, non smettere le terapie” e fa parte della campagna educazionale “Un Respiro di Salute”, realizzata da Federasma e Allergie Odv, con il patrocinio di IAR (Accademia Italiana di Rinologia), SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica) e SIMRI (Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili), con il contributo non condizionato di Chiesi Italia.
“Non bisogna dimenticare che le malattie allergiche sono la terza causa di malattia cronica nel nostro paese. È importante rassicurare i cittadini informandoli che oltre a mettere in atto stili di vita per prevenire i sintomi dovuti ad allergie e anti-Covid-19 è necessario per proteggersi con misure di prevenzione, proseguire le terapie prescritte dal medico, senza interromperle. Stiamo sperimentando la Fase 3 e molti sono i dubbi dei cittadini che soffrono di allergie, di rinite e di asma allergica, molte le problematiche da affrontare e le norme da mettere in atto” sottolinea Laura Mastrorillo, presidente di FederAsma e Allergie Odv.
“È fondamentale sottolineare che in tempi di Covid-19 i pazienti non devono sospendere la terapia con corticosteroidi per via inalatoria. Le Linee Guida Internazionali sono chiare: interrompere in autonomia il piano di terapia prescritto senza aver consultato il medico curante, può comportare un peggioramento potenzialmente pericoloso dell’asma. Inoltre, recenti studi clinici suggeriscono che mantenere la terapia con corticosteroidi in pazienti adulti e pediatrici con asma o malattie respiratorie croniche, protegge dall’infezione Covid-19.” aggiunge Giorgio Piacentini, professore Ordinario di Pediatria, Università di Verona, Direttore UOC di Pediatria, AOUI di Verona, Università di Verona e Presidente SIMRI .
“Informare ed aiutare ad orientarsi è fondamentale per non creare panico ma anche per non sottovalutare le allergie: un must che non bisogna smettere di ricordare, e che viene raccomandato dalla comunità scientifica e pediatrica a tutti coloro che soffrono di rinite allergica, è continuare le terapie prescritte dal medico. È importante sottolineare che i bambini e gli adolescenti allergici e con asma, in particolare, risultano protetti dall’infezione da Covid-19: la bassa espressione del recettore ACE2 -responsabile del Coronavirus-la ridotta presenza di fattori di comorbidità (diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione, obesità) sono fattori protettivi dal virus fermo restando la necessità di proseguire la terapia corticosteroidea che sembra inoltre contrastare la replicazione virale”. sottolinea Gian Luigi Marseglia, Presidente della SIAIP e Direttore Clinica Pediatrica Università di Pavia-Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo”.
“Aiutare a fare chiarezza e continuare ad informare è importante in modo che l’allergico sia in grado di riconoscere i sintomi classici della propria allergia, senza allarmarsi ma ponendovi attenzione: congestione nasale, naso che cola, starnuti, lacrimazione. Tradizionalmente la sintomatologia di rinite allergica si manifesta a livello della testa e delle alte vie respiratorie e la febbre non è normalmente un sintomo attribuibile alle allergie, che si presenta invece circa nel 90% dei pazienti con Covid-19. Nella rinite allergica, che colpisce il 20% della popolazione, ed è l’affezione più comune a carico delle alte vie aeree, i sintomi sono più nasali. Seguendo le norme di prevenzione a casa e fuori casa e soprattutto la terapia anche inalatoria prescritta dal medico curante, che non deve essere interrotta durante la pandemia, l’allergico può tenere sotto controllo la patologia. Se invece i sintomi vanno oltre a quelli tradizionali bisogna fare attenzione e rivolgersi al medico. La perdita di olfatto (anosmia) e di gusto (ageusia) sono, ad esempio, sintomi che si presentano solitamente nell’allergico successivamente non in prima istanza; viceversa compaiono generalmente in primis in caso di Covid-19, risultando ad oggi sintomi specifici del virus” precisa Alberto Macchi, Dirigente Primo Livello-ASST Sette Laghi Varese Clinica di Otorinolaringoiatria, Università degli Studi dell’Insubria e Presidente IAR.