Coronavirus, task force a supporto dei medici di famiglia
Fimmg (Federazione Italiana Medici di Famiglia) e Simg (Società Italiana di Medicina Generale delle Cure Primarie) hanno attivato una task force di esperti per gestire al meglio tutti gli aspetti che riguardano la medicina generale, in relazione all’emergenza Covid-19.
«Il gruppo di lavoro – spiega Claudio Cricelli presidente Simg – ha già provveduto ad aggiornare la scheda di valutazione fornita a tutti i colleghi della medicina generale per la valutazione del rischio da Covid-19. Si lavora senza sosta per monitorare l’evoluzione della situazione e rispondere in modo efficace al fine di garantire la migliore azione possibile in favore dei pazienti e la massima sicurezza per i medici che sono sul territorio».
Un altro aspetto importante riguarda gli adempimenti organizzativi e burocratici, per l’attuazione delle zone di esclusione e delle misure di quarantena per i pazienti in età lavorativa venuti in contatto con il virus.
“Abbiamo già inviato – dichiara Silvestro Scotti segretario generale nazionale Fimmg – una lettera all’INPS e ai ministeri competenti per chiedere chiarimenti sulle modalità di redazione dei certificati di malattia, per i quali le norme vigenti rendono necessaria sia una visita medica da parte del medico di famiglia o di Continuità Assistenziale, sia una successiva rivalutazione di un medico fiscale. Aspetti sui quali è cruciale avere risposte chiare nell’ottica della riduzione del rischio di esposizione degli operatori sanitari”.
Fimmg ha attivato un monitoraggio delle Sedi di Continuità Assistenziale e delle procedure attuate nelle diverse Aziende sanitarie nelle quali esistono attività ambulatoriali a libero accesso per i cittadini, per le quali non sono neanche state messe in atto procedure volte contenere almeno i casi a più alto rischio.
“Stiamo valutando – spiega Scotti – l’invio di una diffida ai direttori generali delle Aziende sanitarie che, in troppi casi, non hanno fornito i necessari dispositivi di protezione individuale ai Medici di Continuità Assistenziale, i quali con grande professionalità hanno continuato a visitare i pazienti che arrivano nelle Sedi senza un filtro telefonico preventivo ed in assenza dei dispositivi previsti Decreto Legislativo n. 81/2008 Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.”
“La nostra azione – conclude Scotti – è estesa a tutta Italia ed è chiaro che intende essere ancor più forte. L’estensione ai medici della quarantena priverebbe i cittadini di un presidio basilare di assistenza”.