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Cinque consigli nutrizionali utili per tenere l’asma sotto controllo

asmaLe scelte nutrizionali possono avere un ruolo nella prevenzione e nella gestione dell’asma? A questa domanda risponde, sul sito della Mayo Clinic, James Li già direttore dell’American Academy of Allergy, Asthma & Immunology. Secondo Li l’approccio nutrizionale non certo può far scomparire i sintomi e la malattia, ma alcuni comportamenti possono rivelarsi utili per il controllo dell’asma e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti.

Cinque indicazioni: dal controllo del peso alla vitamina D

Il primo consiglio riguarda il controllo del peso: obesità e sovrappeso sono fattori peggiorativi dell’asma e anche una modesta riduzione del peso in eccesso può avere un effetto positivo sui sintomi dell’asma. La seconda indicazione riguarda il consumo di frutta e verdura, che sono fonti di vitamine e antiossidanti, in particolare betacarotene, vitamina C e A, che hanno un’azione antinfiammatorie e di contrasto all’irritazione dei polmoni.

Al contrario, ed è la terza indicazione, vanno evitati i cibi a cui si è allergici che possono fare da trigger (fattore scatenante) anche dell’asma. Il quarto consiglio riguarda la vitamina D. Nei soggetti con asma severo si possono riscontrare bassi livelli di vitamina D. Le principali fonti di vitamina D sono latte, uova e alcuni pesci oltre che una sufficiente esposizione al sole. Il quinto consiglio è evitare i solfiti. Usati come conservanti, i solfiti si trovano nel vino, nella frutta secca, nei sottaceti, nei gamberetti freschi e congelati e in alcuni altri alimenti e possono scatenare i sintomi dell’asma.

Il cambiamento degli stili di vita e la maggiore incidenza dell’asma

Sul rapporto tra asma e nutrizione ci sono alcune acquisizioni che vengono da studi recenti, come quello pubblicato l’anno scorso sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, che ha indagato la possibile relazione tra il grande incremento della prevalenza dell’asma (quasi raddoppiata negli ultimi decenni) e i cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini alimentari. Nell’articolo, frutto di una collaborazione internazionale guidata da ricercatori francesi dell’Inserm (Institut national de la santé et de la recherche médicale) si afferma che l’obesità è un probabile fattore di rischio per l’asma, ma i meccanismi di questo collegamento non sono ancora chiari.

Per quanto riguarda la dieta e l’attività fisica, non ci sono ancora studi che mostrino con chiarezza il nesso causale con lo sviluppo dell’asma. Tuttavia ci sono studi che danno indicazioni utili: alcuni fattori nutrizionali o un ruolo protettivo nel ridurre il rischio di respiro sibilante nei primi anni di vita. Tra questi ci sono vitamina D, vitamina E, zinco e acidi grassi polinsaturi omega-3. Altri studi hanno suggerito che alcune abitudini alimentari materne poco sane posso aumentare il rischio di asma nei figli, in particolare gli zuccheri semplici e le bevande zuccherate.

I ricercatori concludono che:

Lo studio dei fattori nutrizionali nel loro complesso è molto rilevante nell’eziologia dell’asma e nel suo controllo, sia per la comprensione dei meccanismi sottostanti la malattia, sia per orientare interventi preventivi di salute pubblica.

“Ad oggi – proseguono i ricercatori –  pochi studi sul ruolo dei fattori nutrizionali nell’asma hanno affrontato adeguatamente le sfide metodologiche poste dalla complessità delle loro interrelazioni. Pertanto, c’è un bisogno cruciale di ulteriori studi che indaghino queste interrelazioni e di maggiore cautela nell’affrontare queste sfide concettuali e metodologiche nella conduzione dell’analisi e nel confronto dei risultati.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.