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digital health

Apollo 11: ospedali in rete per la cura del tumore al polmone

Presentata a Milano la piattaforma che permetterà di condividere i dati su terapie avanzate nel tumore del polmone

Raccogliere i dati clinici dei pazienti affetti da carcinoma polmonare afferenti a 48 ospedali su tutto il territorio nazionale, già trattati con immunoterapia o terapie innovative o candidati al trattamento. È questo l’obiettivo di Apollo 11, un progetto pilota per mettere in rete i centri oncologici italiani, sulla falsariga di un analogo progetto europeo, al fine di condividere le strategie diagnostiche e terapeutiche in questo difficile ambito dell’oncologia, in cui i numeri d’incidenza e di sopravvivenza continuano a essere importanti.

Marco Votta, presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, spiega:

Apollo 11 fu la missione spaziale che portò i primi uomini sulla Luna; mi auguro che questo progetto molto ambizioso possa ottenere grandi risultati e dare nuove speranze per aiutare a curare i pazienti con tumore al polmone che rimane un vero e proprio big killer: il modo migliore per affrontarlo è quello di associare alla necessaria prevenzione terapie sempre più mirate e specifiche.”

Il cambiamento di paradigma nella cura del tumore al polmone

Il progetto s’inserisce a pieno titolo in quello che è un vero cambiamento di paradigma nella gestione del tumore del polmone. Fino a pochi anni fa, infatti, la chemioterapia era l’unica opzione terapeutica. Ultimamente invece sono stati ottenuti notevoli progressi con le terapie a bersaglio molecolare, per i pazienti portatori di specifiche alterazioni genetiche, e con l’immunoterapia, da sola o combinata con la chemioterapia, per i non portatori, con l’importante limitazione  basata sulla verifica del livello di espressione tumorale di PD-L1, al momento l’unico biomarcatore soddisfacente nel predire l’efficacia del trattamento immunoterapico.

L’idea è a questo punto d’identificare sempre nuovi biomarcatori e di confrontare l’efficacia del loro utilizzo su ampia scala, e in questo sarà utile l’applicazione dell’intelligenza artificiale all’elaborazione dei dati raccolti con la piattaforma Apollo 11. Filippo De Braud, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Milano e direttore del Dipartimento e della Divisione di Oncologia medica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, aggiunge:

Lo sviluppo di un modello di intelligenza artificiale in una fase successiva consentirà di meglio personalizzare i trattamenti al fine di migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti con cancro al polmone. Il valore aggiunto di questo progetto è quello di integrare informazioni e campioni biologici tra centri italiani evitando la dispersione di dati provenienti da singole istituzioni. Con l’avvento delle terapie innovative c’è una crescente attenzione all’identificazione di combinazioni di marcatori che predicono la risposta a diversi fattori quali la terapia, la ricaduta, la progressione, la tossicità e i meccanismi di resistenza”.

Il valore del nuovo progetto è stato riconosciuto anche da un bando di concorso vinto da Arsela Prelaj, oncologa all’Istituto Tumori di Milano e dottoranda in bioingegneria e intelligenza artificiale del Politecnico di Milano, che conclude:

Questo sistema permetterà di avere dati confrontabili e facilmente disponibili con i quali identificare e aggregare biomarcatori quali informazioni cliniche, radiologiche, genetiche, immunologiche, da associare sia alla storia naturale della malattia sia alla risposta di una determinata terapia innovativa. Grazie allo sviluppo di questo database nazionale real world e all’utilizzo di questa biobanca miriamo a personalizzare le strategie terapeutiche per prolungare la sopravvivenza globale e preservare la qualità di vita dei pazienti con tumore al polmone”.

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico