Ricerca, sperimentata con successo la prima retina artificiale liquida
I ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (ITT) e dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova hanno sperimentato con successo su animali da laboratorio una soluzione di nanoparticelle biocompatibili, che ha restituito la vista ad animali con una retina non più efficiente. La ricerca apre una nuova possibile strada per la cura della retinite pigmentosa, un gruppo di malattie genetiche che causa degenerazione retinica. La malattia, che colpisce 5,5 milioni di persone nel mondo causa la progressiva perdita dei fotorecettori, le cellule che convertono i segnali luminosi in stimoli nervosi, fino alla totale cecità.
Spiega Simona Francia, prima autrice dello studio che è stato pubblicato su Nature Communications:
Il nostro studio è un’ulteriore importante tappa verso la terapia di patologie come la Retinite pigmentosa e la degenerazione maculare legata all’età. Non solo queste nanoparticelle si distribuiscono ad ampie aree retiniche permettendo di guadagnare un ampio campo visivo, ma in virtù delle loro piccole dimensioni sono in grado di assicurare un recupero dell’acuità visiva. Inoltre, l’iniezione delle nanoparticelle permette non solo di registrare segnali elettrici dalla corteccia visiva che sembrava essersi spenta ma anche di formare memorie visive, come dimostrato dai test comportamentali.”
Fabio Benfenati, coordinatore dello studio aggiunge:
Da diversi anni studiamo le potenzialità di nanoparticelle polimeriche costituite da minuscole catene di molecole di carbonio, l’elemento alla base delle sostanze che compongono il nostro corpo e nel 2020 avevamo ottenuto i primi successi dopo averle iniettate nella retina di roditori affetti da Retinite Pigmentosa portatori di una mutazione spontanea alla base anche della patologia umana. I risultati ottenuti dall’ultimo progetto hanno dimostrato che la strategia è vincente anche per le fasi più avanzate della malattia, quando cioè la retina non è più in grado di inviare le informazioni visive al cervello.”