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Telemedicina, empatia medico e paziente possibile anche a distanza

L’indagine svolta dall’Area sanità e salute di Istud, business School nata per iniziativa di Assolombarda, ha raccolto (da luglio 2021 a marzo 2022) 110 testimonianze di esperienze dirette in telemedicina e tele riabilitazione. L’indagine aveva tre obiettivi

  • far emergere elementi spesso nascosti o non considerati, utili a ridefinire il patients journey
  • ascoltare i professionisti esperti nella salute a distanza per comprendere il loro vissuto clinico, organizzativo e relazionale e definirne i risultati
  • sensibilizzare e stimolare la comunità scientifica ad identificare nuovi elementi di riflessione, comprensione e ravvicinamento al paziente e valutare nuove soluzioni per la ricerca attraverso le nuove tecnologie

Nella figura sono indicate i soggetti coinvolti nell’indagine

Gli aspetti positivi: l’empatia medico e paziente è possibile anche a distanza

I pazienti che hanno utilizzato gli strumenti della telemedicina hanno riscontrato empatia con il medico, anche a distanza. Nonostante lo scetticismo di chi pensava che sostituire il contatto umano con uno schermo potesse essere frustrante.

Sia i pazienti, sia i clinici e i familiari considerano fondamentale la competenza, la scrupolosità e la professionalità con le quali il medico curante ha costruito il percorso di visita. Con questa premessa la consulenza a distanza ricalca perfettamente quelle effettuate in ambulatorio.

La telemedicina è stata considerata utile per superare problemi logistici e la burocrazia, per avere più strutture non private a cui rivolgersi, senza dover ricorrere allo specialista privato, per via di limitate disponibilità economiche e senza dover cercare le strutture specializzate su internet.

Sia i medici sia i pazienti riferiscono che con la telemedicina i medici risultano più concentrati, oltre ad evitare i rischi di contagio durante la pandemia, si abbattono le distanze, diminuiscono i tempi di attesa, si crea una continuità assistenziale ospedale-territorio, inteso, sia come diretto a casa del cittadino, sia anche come consulto fra professionisti. Inoltre, il controllo sull’andamento delle terapie risulta migliorato e la burocrazia viene snellita.

Nella figura i principali aspetti psotivis della telemedicina emersi nell’indagine (fonte ISTUD, 2022)

I punti critici: la visione parziale del paziente e il rischio di deresponsabilizzazione del MMG

I punti critici che emergono dalle narrazioni sono invece, la visione del viso e non del corpo intero, l’assenza di contatto, la prossemica del corpo che viene a mancare con la televisita. Un ulteriore punto critico è il bypass e la deresponsabilizzazione della medicina generale da parte degli ospedali. Il MMG deve rimanere tutore della salute del paziente ed emerge chiaro anche il carico esagerato sulle donne caregiver. Per quanto riguarda la formazione per i professionisti della salute deve essere fatta in modo esperienziale. Il sistema di rimborso non è chiaro ed andrebbe quindi approfondito.

Un altro tema affrontato nelle narrazioni che costituisce criticità è la smaterializzazione del corpo. I professionisti sanitari percepiscono una maggiore comodità e agilità nell’intervento anche se sentono una minor sensazione di vicinanza a livello prossemico e corporeo.

Conclusioni: aumentare la formazioe e semplificare i sistemi

Dalle conclusioni della ricerca emerge la necessità di rafforzare le componenti relazionali, insegnare al singolo professionista come gestire una visita e distribuire il carico di caregiver su più persone.

A livello macro, migliorare la formazione sul campo, fare chiarezza ed equità sui sistemi di rimborso. Dotare l’Italia intera di connettività adeguata, usare un linguaggio adeguato, più semplice ed avvicinante alla persona e che non sia fatto di inglesismi.

La telemedicina e la sanità digitale non può essere considerata una panacea che sostituisce le strutture fisiche, i medici, gli infermieri e gli altri operatori.  Ed è prioritario ammodernare gli ospedali, gli ambulatori ed avere dei luoghi di cura belli e dignitosi. La soluzione “blended” è quella da perseguire, sia per avere una buona relazione medico paziente, sia per avere la sostenibilità del SSN.

 

Pogliaghi
Silvia Pogliaghi

Giornalista scientifica, specializzata su ICT in sanità.