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Donna diagnosi

Tumore ovarico, le cose importanti da sapere

Quali sintomi richiedono un approfondimento diagnostico, le novità su test genetici, terapie di mantenimento, chirurgia. Sono tante le cose da sapere sul tumore ovarico, una malattia che, se diagnosticata in tempo, oggi ha una sopravvivenza a 5 anni dal 60 al 90% dei casi.

Con l’obiettivo di migliorare l’informazione sulla patologia e aumentare il sostegno anche psicologico alla donne che la devono affrontare, ha preso il via la terza edizione della campagna di sensibilizzazione: “Tumore Ovarico. Manteniamoci informate!”, ideata  e realizzata da Pro Format Comunicazione e Mad Owl in collaborazione con le Associazioni ACTO, LOTO, Mai più Sole e aBRCAdabra onlus, e sponsorizzata in esclusiva da GSK.

La campagna, giunta alla terza edizione, ha scelto di mettere al centro le esperienze delle donne che hanno affrontato la malattia, comunicate attraverso videomessaggi presenti sulla landing page www.manteniamociinformate.it.

Conoscere i sintomi per agevolare diagnosi precoci

Nicoletta Cerana, Presidente Nazionale ACTO (Alleanza contro il tumore ovarico) spiega:

Solo una buona conoscenza di questo tumore e dei suoi sintomi può facilitare una diagnosi tempestiva: se sintomi come sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto, difficoltà di digestione, fitte addominali, gonfiore e tensione addominale, diarrea o stipsi improvvise sono frequenti e perdurano a lungo, occorre rivolgersi subito al proprio ginecologo per una visita ginecologica e un’ecografia transvaginale e, in caso di sospetto, prendere contatti con un Centro di riferimento.

Il test BRCA

L’altra opportunità di anticipare la diagnosi è legata allo studio della familiarità, e in particolare alla presenza di mutazioni ereditarie come quelle BRCA 1 e 2.

il test BRCA ha sempre una duplice valenza: terapeutica e preventiva. I test BRCA che abbiamo a disposizione da diversi anni servono sia per meglio indirizzare le terapie oncologiche delle donne con tumore ovarico che per impostare programmi di prevenzione nei loro familiari – spiega Liliana Varesco, Medico genetista, Centro Tumori Ereditari, IRCCS Ospedale San Martino di Genova

Le terapie di mantenimento

Sul fronte della terapia una delle novità più importanti degli ultimi anni è la possibilità per tutte le donne – con o senza mutazioni – di accedere alle terapie di mantenimento, che permettono di allontanare le ricadute dopo chemioterapia.Come spiega Nicoletta Colombo, Direttore Ginecologia Oncologica Medica, IEO di Milano:

Le terapie di mantenimento hanno dimostrato di migliorare la sopravvivenza libera da progressione, cioè il tempo in cui la paziente vive senza avere ritorno della malattia e non determinano un impatto negativo sulla qualità di vita .”

La chirurgia

La chirurgia rimane la terapia d’elezione nella maggior parte dei casi di tumore ovarico e anche in questo campo le cose stanno cambiando. Giovanni Scambia, Ordinario di Clinica Ostetrica e Ginecologica, Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma sintetizza:

Oggi si possono ridurre molto complicanze della chirurgia per il tumore ovarico grazie a una selezione accurata delle pazienti, a trattamenti chirurgici molto mirati, ad un’assistenza post-operatoria che è assai migliorata e, quindi, permette di intervenire avendo ridotto di molto sia la mortalità sia la morbilità.”

Sostenere le pazienti nel percorso di cura

Infine la campagna evidenzia l’importanza del sostegno alle pazienti durante il percorso di cura. Albachiara Bergamini, Presidente Mai più Sole spiega:

La donna soprattutto all’inizio, quando non c’è ancora la diagnosi ma c’è il sospetto, è lasciata sola, in balia delle proprie emozioni, delle paure, dei sentimenti contrastanti che si fanno strada a poco a poco e che a volte sono di ostacolo persino al racconto dei sintomi e a una diagnosi precoce. Le Associazioni come Mai più Sole possono essere di grande aiuto in questa fase, ma un’altra figura di riferimento è il proprio ginecologo con il quale la donna deve restare in contatto anche dopo la menopausa e che dovrebbe istruire le donne sui campanelli d’allarme del tumore ovarico, sulla necessità di eseguire i test genetici in caso di familiarità per tumore della mammella e dell’ovaio e anche sulla necessità di eseguire l’ecografia transvaginale almeno una volta l’anno.”

Manuela Bignami, Direttore LOTO Onlus, aggiunge

Sono molti i fattori che possono aiutare la qualità di vita delle donne con tumore ovarico: il primo riguarda l’accesso a un supporto psiconcologico lungo il percorso di cura; il secondo, è la cura del proprio corpo e del proprio aspetto, che rafforza l’autostima e le motivazioni necessarie per fronteggiare la malattia; terzo, l’attività fisica che aiuta in modo significativo il recupero post-operatorio. Non va trascurato inoltre l’impatto del tumore ovarico sulla vita di coppia: è necessario incoraggiare le donne ad aprirsi, in modo da aiutarle a superare i momenti più difficili e LOTO lo fa offrendo alle pazienti, ai caregiver e anche alla famiglia sedute gratuite di psiconcologia con psicoterapeute esperte, e interventi specialistici per le complicanze che subentrano a causa della menopausa chirurgica.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.