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MICI e vacanze, i consigli per chi vuole mettersi in viaggio

Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI), che comprendono la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, comportano limitazioni alla vita lavorativa e di relazione a causa di una sintomatologia dolorosa e/o fastidiosa, che può comprendere crampi addominali, stanchezza cronica, sanguinamenti, urgenza di recarsi al bagno.

Per gli oltre 250mila italiani che ne sono affetti affrontare un viaggio può essere un problema. Tuttavia, “il viaggio non è considerato controindicato se pianificato in modo opportuno e nel rispetto delle proprie condizioni, mentre la rinuncia a priori ha un effetto negativo sulla qualità della vita”, afferma Salvo Leone, direttore di AMICI Italia (Associazione Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino).

Per rispondere ai dubbi dei pazienti che vogliono mettersi in viaggio l’Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri (AIGO) ha diffuso un’intervista della dott.ssa Maria Cappello, gastroenterologa, responsabile dell’Ambulatorio MICI del Policlinico di Palermo e Consigliere Nazionale dell’AIGO. Spiega Cappello:

la paura di affrontare un semplice weekend o una breve vacanza, è ingiustificata se la malattia, grazie alla terapia, è in remissione ormai da tempo.”

Anche se – aggiunge la gastroenterologa: “È ovvio che recidive o riacutizzazioni in atto, caratterizzate da sintomi come diarrea, dolore addominale, urgenza evacuativa, così come aver subito un intervento chirurgico da poco, sono condizioni che non permettono la pianificazione di un viaggio a breve scadenza.”

Prescrizioni e farmaci da mettere in valigia

La dottoressa consiglia di portare una copia del mio piano terapeutico e delle prescrizioni dei farmaci e ricorda:

Se si assume un farmaco biologico o si pratica terapia topica e quindi farmaci in forma liquida è necessario farsi rilasciare dal proprio medico una certificazione che riporti la prescrizione e che la terapia è indispensabile per il paziente, per il trasporto nel bagaglio a mano

Inoltre, la gastroenterologa consiglia di portare una piccola scorta dei farmaci che si assumono cronicamente, inoltre del paracetamolo in compresse, un antispastico, un antidiarroico, i medicinali già prescritti dal medico curante e un probiotico. E aggiunge:

Il paziente con MICI deve imparare a riconoscere i sintomi e i segni della propria malattia: un dolore addominale che non si risolve con il paracetamolo o con un antispastico, una diarrea con oltre 6 evacuazioni/die specie se notturne e che duri più di 48 ore, la febbre, il vomito ripetuto che associato a dolore addominale severo può essere spia di una subocclusione intestinale.

Inoltre, aggiunge Cappello: “per coloro che sono in terapie immunosoppressive e quindi a rischio maggiore di contrarre infezioni una febbre che duri più di 3 giorni, una tosse persistente, il bruciore urinario possono significare una infezione opportunista anche severa e quindi indurre a cercare assistenza medica.”

Le precauzioni nei paesi con condizione igieniche a rischio

Altri consigli riguardano il rischio di contrarre infezioni intestinali in Paesi con situazioni igieniche precarie o rete idrica inadeguata. In questo caso valgono le raccomandazioni valide per tutti:

  • Bere sempre acqua in bottiglia e utilizzarla anche per lavarsi i denti.
  • Evitare di inghiottire acqua facendosi la doccia, in piscina e anche in mare
  • Evitare il ghiaccio nelle bibite o nei cocktail e anche il gelato
  • Evitare cibi crudi, verdure o frutta fresche anche se lavate
  • Bere bevande gassate, in lattina o bottiglia e chiuse ermeticamente.
  • Non acquistare cibo da ambulanti
  • Evitare i latticini se non si è sicuri che siano pastorizzati
  • Alcoolici o i cibi piccanti possono essere stimolanti della motilità intestinale e quindi peggiorare isintomi.
  • Non sperimentare il consumo di pietanze e alimenti senza una adeguata informazione su provenienza e metodi di cottura.

La scelta della meta e del tipo di viaggio

Per quanto riguarda la scelta della meta del viaggio e della vacanza, secondo la dottoressa Cappello: “va rapportata alla severità della malattia. Visitare una capitale europea rappresenta un viaggio magari meno eccitante ma più sicuro rispetto a un safari in Africa. Il tempo di volo può determinare esigenze diverse per una persona affetta da MICI così come la scelta del mezzo di trasporto. Scegliere un mezzo di trasporto che consenta un facile accesso alle toilette è una precauzione valida e in alcuni paesi sono disponibili delle app di geolocalizzazione delle toilette (Toilet Finder o Triptoilet).” E aggiunge:

Non poter contare su un accesso veloce a cure sanitarie di qualità è da tenere in considerazione se si sceglie di viaggiare in aree poco abitate o in paesi in via di sviluppo. Stipulare un’assicurazione sanitaria è consigliato anche in paesi avanzati come gli USA dove l’assistenza medica è a pagamento. Informarsi prima di partire è fondamentale e questo vale per tutti non solo per chi ha una MICI. In alcune mete saranno necessarie delle vaccinazioni: per i pazienti in terapia immunosoppressiva o biologica le vaccinazioni con virus viventi attenuati come ad esempio quello per la febbre gialla sono controindicate pertanto è fondamentale chiedere sempre al proprio medico.”

I consigli per chi resta in città

Infine, per chi resta in città “il pericolo principale è il caldo specie per chi ha una malattia attiva e sintomatologia diarroica: per evitare la disidratazione è sempre consigliato bere molta acqua e assumere eventualmente soluzioni reidratanti orali ricche di sali minerali. Le bibite molto fredde possono causare crampi addominali e diarrea e vanno evitate. Evitare alimenti processati (hamburger confezionati, salumi) e assumere alimenti freschi a chilometro zero. Per chi resta, è bene ricordare che potrà contare sul proprio centro di riferimento.”

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.