Negli ultimi decenni, grazie ai progressi nella diagnosi precoce e nei trattamenti, la popolazione dei sopravvissuti a una diagnosi di tumore è significativamente cresciuta. Questi soggetti si caratterizzano, tuttavia, per un rischio maggiore di sviluppare un secondo tumore primitivo, rispetto alla popolazione generale di pari età. Si stima infatti che, ogni anno, il 20% di tutte le nuove diagnosi di cancro tra gli adulti riguardi individui che hanno già avuto una diagnosi di tumore, e che la seconda diagnosi oncologica rappresenti la principale causa di morbilità e mortalità tra questa popolazione.
Diventa quindi importante conscere meglio le possibili cause o comunque i fattori rischio associabili allo sviluppo dei secondi tumori primitivi; alcune ricerche hanno evidenziato il ruolo di fattori legati allo stile di vita, tra cui anche il peso in eccesso.
Un recente studio, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, ha indagato il legame tra sovrappeso e rischio di sviluppare un secondo tumore primitivo nei sopravvissuti al cancro. Il lavoro si è concentrato su pazienti adulti sopravvissuti a un primo tumore non metastatico, esaminando il loro indice di massa corporea (BMI) al momento della prima diagnosi e il successivo sviluppo di un secondo tumore, con particolare attenzione ai tumori correlati all’obesità.
I ricercatori dell’American Cancer Society di Atlanta, Georgia (USA) hanno utilizzato dati provenienti dal Cancer Prevention Study II Nutrition Cohort, un ampio studio di coorte prospettico che invitava i partecipanti a rispondere a un’indagine tramite questionari nel 1992, e successivamente a rilevazioni biennali a partire dal 1997; i pazienti sono stati quindi seguiti fino al 2017.
Rischio più elevato per pazienti in sovrappeso e obesi
Sono stati considerati gli individui con diagnosi di un primo tumore invasivo non metastatico ricevuta tra il 1992 e il 2015. L’analisi dei dati si è svolta da settembre 2023 a marzo 2024. Complessivamente, lo studio ha coinvolto 26.894 partecipanti, con un’età media alla diagnosi del primo tumore di 72,2 anni. All’inizio dello studio, il 42,8% dei partecipanti era in sovrappeso (BMI tra 25 e 30), mentre il 17,2% era obeso (BMI ≥30).
Durante un follow-up mediano di circa 7,9 anni, il 13,9% dei partecipanti (pari a 3.749 individui) ha sviluppato un secondo tumore primitivo; nel 33,2% dei casi si trattava di tumori correlati all’obesità.
Rispetto ai pazienti sopravvissuti con valori di BMI nella norma (18,5-24,9), quelli in sovrappeso mostravano un rischio di sviluppare un nuovo tipo di tumore primitivo superiore del 15% (aHR: 1.15; IC al 95%: 1,07-1,25). Nel caso dell’obesità (BMI ≥30), questo rischio era aumentato al 34% (aHR: 1,34; IC al 95%: 1,21-1,48),
Per quanto riguarda poi i tumori specificamente correlati all’obesità, il rischio era ancora più alto: chi era in sovrappeso aveva un rischio aumentato del 40% (aHR, 1.40; IC al 95%: 1,22-1,61), e del 78% per chi era obeso (aHR: 1,78; IC al 95%: 1,51-2,11).
Importante il controllo del peso durante il follow-up
In conclusione, i risultati dello studio mostrano un chiaro legame tra sovrappeso/obesità e aumento del rischio di sviluppare un secondo tumore, nei pazienti oncologici sopravvissuti.
Gli autori della ricerca scrivono:
è importante promuovere linee guida per l’assistenza ai sopravvissuti (a un tumore ndr) che raccomandino la gestione del peso e aumentare l’attenzione sui secondi tumori nei medici e nei sopravvissuti al cancro.”