Terapia ormonale sostitutiva, è possibile un uso a lungo termine?
Nel 70-80% delle donne la menopausa comporta sintomi che influenzano negativamente la qualità della vita e che possono prolungarsi nel tempo. In particolare, i sintomi vasomotori, come le vampate di calore, molto frequenti tra le donne in menopausa, possono avere una durata di 7- 11 anni e continuare a interessare fino al 40% delle donne di 60-70 anni, e il 10-15% di quelle over 70.
La terapia ormonale sostitutiva (TOS) rappresenta un metodo di provata efficacia per gestire i sintomi vasomotori. La TOS può essere prescritta dal medico dopo una valutazione dei possibili rischi. La TOS, infatti, è considerata controindicata per le donne che hanno avuto tumori al seno o ginecologici, ipertensione, problemi di coagulazione del sangue.
Nel caso di sintomi persistenti è possibile prolungare la TOS? Su questo tema una nuova analisi retrospettiva, i cui risultati sono stati presentati al Congresso Annuale della Menopause Society americana (Chicago,10-14 settembre 2024) nell’ambito della presentazione “Retrospective Analysis of the Use of Menopausal Hormone Therapy in Women More Than 65 Years of Age: First Canadian Experience”, evidenzia come non sia raro che donne fino all’età di 80 anni continuino a trarre benefici dalla TOS.
L’analisi ha coinvolto oltre 100 donne di età superiore ai 65 anni, ancora in terapia ormonale, ed indagato le loro caratteristiche e le motivazioni, oltre che i benefici, derivanti dalla assunzione della TOS.
L’età media delle partecipanti era di 71 anni. Mediamente, l’inizio della terapia era avvenuto a 52 anni, circa due anni dopo l’età media di inizio della menopausa. Le partecipanti avevano seguito la terapia, in media, per 18 anni, con il 42% che aveva utilizzato la TOS in modo regolare per oltre 20 anni.
Le ragioni per continuare la TOS
Secondo i risultati dello studio, il motivo più comune per cui le partecipanti continuano la TOS dopo i 65 anni di età è il controllo delle vampate di calore (55%); segue il desiderio di migliorare la qualità della vita (29%) e la necessità di ridurre il dolore cronico e i sintomi dell’artrite (7%).
È risultato inoltre che più di un quarto (26,4%) delle partecipanti aveva provato a interrompere la TOS; ma per l’87% di queste la ricomparsa delle vampate di calore aveva indotto a riprendere ad assumere la terapia ormonale.
Circa l’88% assumeva la TOS per via transdermica, mentre solo il 12% faceva invece uso di pillole di estrogeni per via orale. Meno del 5% delle partecipanti, infine, utilizzava progestinici sintetici.
Sebbene siano stati documentati alcune reazioni indesiderate, come i sanguinamenti, non sono stati segnalati casi di ictus, infarto o tumori uterini.
Secondo la direttrice della Menopause Society, Stephanie Faubion, l’estensione dell’uso della TOS potrebbe non essere la migliore scelta per tutte le donne; tuttavia nella maggior parte di esse non sembra necessario interromperla solo per sopraggiunti limiti di età, mentre è opportuno considerare complessivamente lo stato di salute e gli specifici fattori di rischio di ciascuna.