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Deficit dell’udito, i rischi della sordità non trattata

La perdita dell’udito negli anziani, secondo diverse ricerche, può avere un ruolo nell’isolamento sociale, depressione, disabilità, qualità della vita inferiore e rischio di demenza. Un nuovo studio, curato da ricercartori dell’Inserm di Bordeaux (Francia) e pubblicato sulla rivista Journal of Gerontology, ha valutato la relazione tra lo stato dell’udito e i quattro principali eventi avversi sulla salute: morte, demenza, depressione e disabilità.

Lo studio prospettico, ha seguito comunità di 3777 soggetti di età ≥ 65  per ben 25 anni. Al basale, 1289 hanno riferito problemi di udito e 2290 non hanno segnalato problemi. Il rischio di insorgenza degli outcomes negativi, vale a dire la morte, la demenza, i sintomi depressivi, la disabilità nelle attività della vita quotidiana è stato valutato con i modelli di rischio proporzionali, con regressione di Cox.

Al netto di numerosi fattori confondenti, è stato riscontrato un aumento del rischio di invalidità e demenza per i partecipanti che hanno segnalato problemi di udito. E’ stato riscontrato un aumento del rischio di depressione anche nei soggetti maschi che hanno riferito problemi di udito. In ulteriori analisi esplorative, tali associazioni non sono state trovate nei partecipanti che utilizzavano apparecchi acustici. La mortalità non era associata a perdita dell’udito auto-riportata.

Gli autori concludono che: “Lo studio conferma il forte legame tra lo stato dell’udito e il rischio di disabilità, demenza e depressione. Questi risultati evidenziano l’importanza di valutare le conseguenze del trattamento della perdita dell’udito negli anziani in ulteriori studi”.

Lo studio sarà presentato al Parlamento Europeo in occasione della Giornata mondiale dell’udito (World Hearing Day 2018)  che quest’annopunta sulla prevenzione per far fronte al trend in crescita dei disturbi dell’udito. Tra le linee guida della prevenzione ci sono l’utilizzo di protezioni acustiche in luoghi rumorosi, il controllo periodico dell’udito e l’uso limitato di farmaci ototossici. In caso di un disturbo dell’udito, è necessario intervenire tempestivamente.

“Di fronte a un sospetto calo uditivo – afferma Alessandro Martini, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Organi di Senso, Professore Ordinario di Otorinolaringoiatria presso l’Azienda Ospedaliera Università di Padova – è  fondamentale intervenire il prima possibile, facendo un controllo dal medico e ricorrendo in caso di bisogno a protesi acustiche. Questi dispositivi non solo permettono di tornare a sentire ma, stando ai risultati di questo importante studio, possono proteggere anche dal rischio di perdere la propria autonomia e di sviluppare qualche forma di demenza o di depressione”.

Un elemento molto pericoloso per la salute dell’udito è l’uso scorretto degli auricolari, sempre più diffusi specialmente tra i giovani.

“Con i numeri dei problemi di udito che continuano a crescere  – conferma Martini – è fondamentale lavorare sulla prevenzione e mettere in guardia le persone da abitudini pericolose per l’udito come l’ascolto di musica ad alto volume con gli auricolari. In Europa, ad esempio, si stima che oltre 4 milioni di persone abbiano un danno uditivo causato proprio da un uso scorretto delle cuffiette. Oltre ad evitare di usare gli auricolari per periodi di tempo prolungati è bene stare distanti da altoparlanti e casse musicali e rivolgersi a un medico specialista in caso di fastidio persistente dopo essere stati in un ambiente rumoroso. Per chi utilizza le protesi acustiche è consigliabile recarsi periodicamente dal proprio audioprotesista per un controllo del dispositivo e regolarlo sulla base delle esigenze del momento”.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.