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Celiachia, come comportarsi con i bambini ad alto rischio?

Nei bambini geneticamente predisposti allo sviluppo della celiachia quando va introdotto il glutine? Qual è la quantità massima da non superare? Sono domande ancora aperte, considerando che la maggior parte dei bambini a rischio non sviluppa la malattia e non è ancora del tutto chiaro quali siano le raccomandazioni dietetiche da seguire.

Un nuovo studio internazionale, su una popolazione estesa, fornisce dati importanti, anche se lascia ancora molti punti oscuri.

La ricerca pubblicata sul Journal of American Medical Association (JAMA)  è il più esteso studio finora disponibile su questo tema e conferma l’associazione tra la quantità di glutine assunta nella prima infanzia e il rischio di sviluppare celiachia.

Una popolazione di 6.600 bambini ad alto rischio di celiachia è stata seguita dalla nascita fino a 5 anni d’età in centri specializzati di Svezia, Germania, Finlandia e Stati Uniti.

I ricercatori cercavano la conferma dei dati emersi in un precedente studio pilota condotto su un piccolo gruppo di bambini svedesi. Il nuovo studio conferma che anche una piccola quantità di glutine (>2 grammi al giorno) può determinare un aumento significativo del rischio di sviluppare la malattia nei soggetti a rischio.

“Un’assunzione giornaliera di glutine superiore a 2 grammi all’età di 2 anni è stata associata ad un aumento del rischio di sviluppare la celiachia superiore del del 75%, rispetto ai bambini che hanno assunto meno di 2 grammi di glutine.”

Sintetizza Carin Andrén Aronsson, primo autore dell’articolo e dietista dell’Università di Lund (Svezia) che arriva alla conclusione che “Un aumentato introito di glutine durante i pimi cinque anni d’età è un fattore di rischio indipendente per lo svillpo di malattia celiaca in bambini geneticamente predisposti.”

Daniel Agardh, professore associato, dell’Università di Lund (Svezia), conferma: “il nostro studio mostra una chiara associazione tra la quantità di glutine consumata dai bambini e il rischio di sviluppare celiachia o pre-celiachia.”

Tuttavia, fanno notare gli autori, la maggior parte dei bambini ad aumentato rischio di celiachia non sviluppa la malattia e quindi non è ancora chiaro quale sia il limite di assunzione di glutine da raccomandare.

Molti aspetti ancora da chiarire

In studi precedenti gli stessi riceratori non sono riusciti a individuare una differenza significativa nel rischio di malattia legata al momento in cui si inizia a introdurre il glutine oppure a dimostrare un’influenza positiva dell’allattamento al seno.

Sono quindi ancora molti gli aspetti da approfondire, in particolare gli autori di questo studio raccomandano nuove ricerche su quali gruppi di alimenti che contengono glutine abbiano un significato maggiore rispetto ad altri per lo sviluppo della celiachia.

In altri progetti di ricerca, Daniel Agardh e i suoi colleghi stanno studiando la possibile influenza delle malattie infettive e se una dieta completamente priva di glutine possa ridurre il rischio di celiachia nei bambini che sono stati valutati ad alto rischio di sviluppare la malattia.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.