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La menopausa precoce non aumenta il rischio cardiovascolare?

Infarto e malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nella popolazione femminile in Italia, come negli altri paesi europei e negli Stati Uniti. Prima della menopausa il rischio cardiovascolare delle donne è inferiore rispetto a quello degli uomini, grazie all’effetto protettivo degli estrogeni. Dopo la menopausa questa differenza si annulla.

Diverse ricerche hanno cercato di mettere a fuoco i cambiamenti che avvengono nelle donne dopo la cessazione del ciclo mestruale. Il cambiamento ormonale può influire non solo sui fattori di rischio per le malattie cardiache, ma anche per altre patologie ampiamente diffuse, come il diabete di tipo 2 o le malattie neurodegenerative.

Un nuovo studio, appena pubblicato sulla rivista Heart ha analizzato i cambiamenti dei principali fattori di rischio cardiovascolare in una popolazione femminile dai 36 ai 69 anni di età ed è giunto al conclusione che: “È poco probabile che il modo e il tempo di cessazione del ciclo mestruale possa avere influenza sui fattori di rischio cardiovascolare.”

Un risultato tutt’altro che scontato, visto che si è ipotizzato che la menopausa precoce (prima dei 45 anni d’età) possa avere un effetto negativo sul rischio CV negli anni successivi, se non altro per un fattore temporale, ossia un periodo di vita maggiore da trascorrere senza la naturale protezione ormonale. In questa direzione sembra andare il risultato di una revisione di 32 studi, pubblicata nel 2016 su JAMA Cardiology che hanno concluso: “I risultati di questa revisione indicano un rischio più elevato di malattia coronarica, mortalità CV e mortalità generale nelle donne che manifestano menopausa precoce o ad esordio precoce.”

Un altro studio pubblicato nel 2017 ha rilevato che una minore durata  dell’età fertile e la nulliparità erano associate a una maggiore incidenza di insufficienza cardiaca.

Il nuovo studio si è concentrato sui cambiamenti dei principali fattori di rischio cardiovascolare in una popolazione di donne in un arco di tempo dai 36 ai 69 anni di età e non è risultata alcuna differenza significativa nelle donne che hanno avuto una menopausa precoce. Quindi una eventuale maggiore incidenza di malattia cardiovascolari in questo gruppo di donne va probabilmente spiegata con altri fattori e non con l’età di inizio della menopausa.

Il nuovo studio

I ricercatori hanno utilizzato i dati del National Research Council of Health and Development del Regno Unito per studiare il rapporto tra l’età di inizio della menopausa e i cambiamenti negli anni successivi dei principali fattori implicati nel rischio cardiovascolare. In particolare lo studio ha esaminato la traiettoria trai 36 e i 69 anni d’età di pressione sanguigna, indice di massa corporea e circonferenza della vita e la traiettoria da 53 a 69 anni di trigliceridi, colesterolo (LDL e HDL) ed emoglobina glicata.

L’analisi dei dati non ha mostrato nessuna differenza significativa nelle donne che hanno avuto una menopausa precoce rispetto alle altre.

Pertanto, secondo gli autori dello studio: “Le donne e i medici preoccupati per l’impatto sui fattori di rischio cardiovascolari nella mezza età del modo e dei tempi di interruzione del ciclo mestruale dovrebbero essere rassicurati sul fatto che l’impatto a lungo termine è ridotto.”

Il commento

In un editoriale di commento a questo studio Carl Lavie, del John Ochsner Heart and Vascular Institute, e Felice Gersh della Division of Integrative Medicine, University of Arizona College of Medicine, hanno affrontato in particolare il tema dell’utilità della terapia ormonale sostitutiva (TOS) per la prevenzione cardiovascolare e di altre malattie dell’invecchiamento.

Secondo questi autori le ricerche precedenti hanno indicato con chiarezza un’associazione tra menopausa precoce e un maggior rischio di malattia cardiaca. I risultati di questo nuovo studio: “non hanno dimostrato un chiaro impatto della cessazione del ciclo sui fattori di rischio convenzionali per malattia coronarica (CHD) e cardiaca (CVD), suggerendo che la ragione dell’aumento del rischio di CHD e CVD in queste donne con menopausa precoce deriva probabilmente da altri fattori.”

Non c’è dubbio, scrivono gli autori di questo editoriale, che l’arrivo della menopausa accelera la progressione delle malattie legate all’invecchiamento e delle disfunzioni cardiache, venendo meno la funzione protettiva dell’estradiolo. La terapia ormonale sostitutiva può aiutare le donne in menopausa in molti modi. A molte donne la TOS è prescritta per indicazioni come “artrosi, cataratta, malattie parodontali e fratture da osteoporosi” e per la prevenzione del rischio di malattie cardiache. Tuttavia, le recenti linee guida dell’American Heart Association affermano che la terapia ormonale sostitutiva (TOS) e i modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM) dovrebbero essere usati con cautela nelle donne in menopausa e non dovrebbero essere usati per la “prevenzione primaria o secondaria delle malattie cardiovascolari”.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.