Diete a base vegetale, pochi vantaggi per la prevenzione CV se il cibo è ultraprocessato
Le diete vegetariane, o a prevalenza di alimenti di origine vegetale, vengono spesso raccomnadate per la potenziale riduzione del cardiovascolare (CV), oltre che oncologico. Tuttavia, se i cibi consumati, pur di origine vegetale, sono ultraprocessati (UPF ultra processed food) i vantaggi, in termini di prevenzione, sembrano in gran parte vanificati.
Lo suggerisce uno studio, condotto da ricercatori dell’Università di San Paolo, in Brasile, e pubblicato sulla rivista The Lancet Regional Health. Si tratta di un’analisi basata su un ampio campione di individui, compresi nella UK Biobank, che ha per la prima volta verificato gli effetti degli alimenti di origine vegetale UPF, sul rischio cardiovascolare.
Lo studio su una popolazione dell UK Biobank
Lo studio ha esaminato una popolazione di 126.842 individui, di età compresa tra 40 e 69 anni, seguiti per un periodo di follow-up di nove anni; ogni partecipante -tra il 2009 e il 2012- ha completato almeno due interviste fornendo informazioni sulla propria alimentazione, con riferimento alle 24 ore precedenti. Questi dati sono stati poi collegati a quelli dei registri di mortalità e ricovero ospedaliero.
I partecipanti sono stati divisi in gruppi secondo diete basate su alimenti prevalentemente di origine vegetale o animale. Questi gruppi sono stati poi ulteriormente suddivisi per il consumo di alimenti UPF o no.
I risultati indicano che il consumo di prodotti di origine vegetale non UPF è risultato inversamente correlato al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, mentre il contributo dei prodotti di origine vegetale processati ha mostrato un’associazione positiva.
Ogni aumento di 10 punti percentuali del consumo di alimenti di origine vegetale non UPF è risultato associato a un abbassamento del 7% del rischio CV, e a un rischio di mortalità per queste patologie inferiore del 13%. Al contrario, il consumo di prodotti processati di origine vegetale è risultato associato a un aumento del rischio di sviluppare patologie del 5%, e a un aumento del rischio di mortalità del 12%.
In pratica, il consumo prevalente di alimenti UPF mostra un impatto negativo sul rischio CV e il fatto che questi alimenti siano di origine vegetale non cambia l’esito.
Gli autori sottolineano, quindi, che le raccomandazioni dietetiche che promuovono il consumo di alimenti di origine vegetale dovrebbero enfatizzare anche la necessità di evitare il consumo di alimenti ultraprocessati.