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Covid-19, L-arginina in aggiunta alla terapia standard riduce i tempi di ricovero

L’aggiunta di L-arginina alla terapia standard in pazienti ricoverati in unità sub-intensiva per COVID-19 consente una riduzione più precoce dell’assistenza respiratoria e una riduzione dei giorni di ospedalizzazione rispetto ai pazienti trattati con la sola terapia standard. Sono questi i risultati ad interim di uno studio, condotto all’ospedale Cotugno di Napoli in collaborazione con l’Albert Einstein University di New York, pubblicati su EclinicalMedicine (The Lancet).

Lo studio randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, ha arruolato di 100 pazienti ed è stato condotto sotto la supervisione del coordinatore scientifico Bruno Trimarco, professore emerito di Cardiologia all’Università Federico II di Napoli.

L’aggiunta di L-arginina per via orale ad alto dosaggio (due flaconcini da 1,66g al giorno) alla terapia standard in pazienti ricoverati in unità sub-intensiva per COVID-19 ha determinato  una riduzione più precoce dell’assistenza respiratoria (al decimo giorno di trattamento, nel gruppo trattato con L-arginina si riscontra un miglioramento in un numero di pazienti superiore del 60% rispetto al gruppo di controllo), ed una marcata riduzione dei giorni di ospedalizzazione rispetto ai pazienti trattati con la sola terapia standard (p>0.0001).

 

L-arginina è un amminoacido con un ruolo nella produzione di Ossido Nitrico (NO), prodotto dall’endotelio come modulatore del tono vascolare. La produzione di livelli adeguati di NO nell’endotelio vascolare è fondamentale per la regolazione del flusso sanguigno e per la vasodilatazione.

Nel marzo 2020 Gaetano Santulli, professore di Cardiologia e ricercatore presso l’Albert Einsten University di New York, indicava che SARS-CoV-2 attacca principalmente l’endotelio, e il professor Giuseppe Fiorentino dell’Ospedale Cotugno di Napoli riscontrava, nei pazienti ricoverati per COVID-19, che l’aggiunta di L-arginina alla terapia standard poteva determinare un decorso più favorevole della malattia.

Tuttavia, nessuno studio clinico aveva fino ad oggi dimostrato che un intervento mirato a migliorare la funzione endoteliale potesse essere effettivamente utile a migliorare il decorso dei pazienti affetti da questa malattia, tanto che è stato necessario prevedere un’analisi ad interim dopo il completamento dei primi 100 pazienti arruolati per valutare l’esattezza del calcolo del numero dei pazienti da reclutare.

Data la loro importanza in termini di sanità pubblica, gli autori dello studio hanno deciso di pubblicare i risultati di questa analisi ad interim.

Oltre al Cotugno di Napoli, anche presso l’IRCCS-San Raffaele di Roma e l’ospedale di Codogno di Lodi si è valutato positivamente l’impiego di L-arginina nei pazienti con sindrome post-Covid. Da aprile dello scorso anno, è stato attivato presso il presidio Columbus della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma un ‘Day Hospital Post Covid’. Anche presso questa struttura si sono riscontrate positive evidenze nella supplementazione di L-arginina nei pazienti con sindrome post-covid, attraverso un adeguato programma di riabilitazione personalizzata (respiratoria e motoria).

 

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.