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anziano depresso

Indagine globale, l’impatto della pandemia sui pazienti con malattie croniche

La pandemia da Covid-19 ha avuto un pesante impatto sui pazienti con malattie croniche non trasmissibili (NCDs). Un paziente su due con NCDs ha percepito un peggioramento della propria malattia durante la pandemia e uno su cinque ritiene di aver sviluppato un problema di salute mentale.

Questo il quadro che emerge da un’indagine promossa da Viatris, azienda globale che opera nell’ambito della salute, in collaborazione con Carenity, comunità digitale globale che supporta pazienti e caregiver, Eurocarers e La Compagnie des Aidants (due gruppi di advocacy che danno voce alle preoccupazioni dei caregiver informali).

Obiettivo della ricerca era misurare l’impatto di Covid-19 sull’accesso all’assistenza sanitaria e sulla qualità della vita, con un focus sui pazienti affetti da malattie croniche non trasmissibili come le patologie metaboliche, respiratorie e cardiovascolari, i disturbi mentali e le malattie oncologiche.

Difficili contatti con il medico e riflessi negativi sulla gestione della patologia

Una delle cause del peggioramento della malattia cronica indicate dai pazienti è stata la difficoltà di contatto con il proprio medico. Infatti, Il 38% degli intervistati a livello globale (26% in Italia) ha dichiarato di aver visitato con minore frequenza il proprio medico e il 30% (42% in Italia, un dato tra i più alti tra i Paesi europei coinvolti nell’indagine) ha individuato la causa di ciò in una maggiore difficoltà nel contattare un medico.

Inoltre, il lockdown ha fortemente impattato sullo svolgimento di visite mediche e interventi chirurgici, con il 32% degli intervistati che ha riferito di appuntamenti cancellati o posticipati (39% in Italia).

La mancanza di controllo medico potrebbe essere il motivo per cui il 26% dei pazienti (36% in Italia) in trattamento regolare/a lungo termine ha cambiato la frequenza di assunzione delle terapie e alcuni (il 16% a livello globale – in Italia il 23%) hanno totalmente o temporaneamente interrotto alcuni dei loro trattamenti.

In aumento ansia e depressione

Il monitoraggio della salute mentale ha un ruolo importante nella gestione dei pazienti cronici e le patologie legate alla salute mentale rappresentano a loro volta uno dei principali gruppi di NCDs. L’indagine ha rivelato che 1 paziente su 5 a livello globale (in linea con il dato italiano) ritiene di avere sviluppato un problema di salute mentale (diverso dai sintomi di ansia e depressione) nel 2020.

Tra i periodi di coprifuoco e lockdown che hanno segnato l’ultimo anno, la metà dei pazienti in Italia ha riferito di essersi sentita in qualche modo isolata, con un punteggio medio di 6 su una scala da 1 a 10, più di altri Paesi europei come Spagna, Francia e Germania. Questa sensazione di isolamento è stata spesso accompagnata da un aumento del livello di stress dovuto all’incertezza della situazione.

Stili di vita meno sani con qualche eccezione

La sensazione di isolamento e la condizione di disagio psicologico hanno condotto spesso all’adozione di abitudini meno sane, con il 64% dei pazienti a livello globale che ha dichiarato di avere adottato un comportamento negativo nel mese precedente alla partecipazione alla survey:

  • il 39% ha ridotto o interrotto la pratica di attività fisiche (in linea con il dato italiano)
  • il 16% ha aumentato l’assunzione o iniziato ad assumere farmaci per dormire la notte (24% in Italia)
  • il 15% ha aumentato l’assunzione o iniziato ad assumere farmaci per l’ansia o la depressione (17% in Italia)
  • il 22% ha incrementato o iniziato ad avere abitudini alimentari poco sane (17% in Italia).

Dall’altro lato, alcuni pazienti hanno, invece, adottato nuove abitudini sane, con 1 paziente su 2 che ha adottato almeno un comportamento positivo nel mese precedente alla partecipazione alla survey:

  • il 21% ha aumentato o iniziato ad avere abitudini alimentari sane (28% in Italia)
  • il 20% ha praticato esercizi di respirazione (19% in Italia)
  • il 17% ha incrementato o iniziato la pratica di attività fisica al chiuso e all’aperto (20% in Italia).

Il commento

Viatris, azienda impegnata a promuovere misure di prevenzione per le malattie croniche non trasmissibili e a migliorare la salute mentale, alla luce di questi risultati, ha evidenziato l’urgenza di focalizzarsi su un approccio alla salute che ponga il paziente al centro e renda protagonisti i pazienti affetti da NCDs.

Fabio Torriglia, Country Manager di Viatris in Italia, spiega:

In Viatris sosteniamo approcci di cura olistici e integrati per aiutare i pazienti e gli operatori sanitari. Crediamo fortemente che l’informazione, il dialogo e la prevenzione siano elementi chiave per una migliore salute fisica e mentale.”

In collaborazione con Viatris

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.