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cuore vitaminaK

La vitamina K si conferma un alleato per la salute del cuore

Un grande studio di popolazione conferma che la vitamina K contenuta negli alimenti può svolgere un ruolo importante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Con il termine vitamina K si indicano una serie di composti organici che intervengono nei processi di coagulazione del sangue e assicurano la funzionalità delle proteine del metabolismo osseo. La vitamina K in natura si trova in numerosi alimenti di origine vegetale, come broccoli, cavolo, cime di rapa, spinaci, verza, ceci, oltre che nelle uova, nel fegato di bovino e suino e in misura minore in latte e derivati. La vitamina K viene ha un’emivita relativamente breve e viene scarsamente immagazzinata dall’organismo, per averne una disponibilità sufficiente è quindi necessario un apporto costante con la dieta.

Uno studio sul rapporto tra livelli di vitamina K malattie cardiovascolari aterosclerotiche

In passato diversi studi osservazionali hanno associato un adeguato apporto di vitamina K con un minor rischio di eventi cardiovascolari. In questo nuovo studio un team di ricercatori della Edith Cowan University di Perth (Australia) ha indagato la relazione diretta tra apporto di vitamina K con la dieta e ospedalizzazioni per malattie cardiovascolari aterosclerotiche (ASCVD), come coronaropatie, ischemie, aneurismi e infarto.

Lo studio ha utilizzato i dati di una popolazione di 53.372 cittadini danesi con un’età media di 56 (52-60) anni, iscritti al Danish Diet, Cancer, and Health Study. I partecipanti hanno compilato questionari approfonditi sui consumi alimentari, grazie ai quali i ricercatori hanno stimato l’assunzione dei livelli di vitamina k1 (contenuta soprattutto in verdure a foglia verde e oli vegetali) e K2 (contenuta in carne, uova e formaggi).

Nei 21 anni successivi all’avvio dello studio 8.726 partecipanti sono stati ricoverati per ASCVD.

Utilizzando un modello di calcolo statistico i ricercatori hanno stabilito che i partecipanti con i livelli più alti di vitamina K1 avevano un rischio di ricovero per ASCVD inferiore del 21% rispetto a quelli con l’assunzione più bassa (HR 0,79; IC 95%: 0,74-0,84). Allo stesso modo per la vitamina K2, il rischio di un ricovero per ASCVD per i partecipanti con le assunzioni più elevate era inferiore del 14% rispetto ai partecipanti con l’assunzione più bassa (HR 0,86; 95% CI, 0,81-0,91).

Questi risultati, secondo gli autori dello studio suggeriscono che un adeguato apporto di vitamina K potrebbe avere un effetto protettivo contro l’aterosclerosi e le malattie cardiovascolari conseguenti.

Inoltre, i ricercatori, considerano il ruolo della vitamina K nella salute cardiovascolare un’area di ricerca promettente e suggeriscono anche di approfondire gli studi sugli alimenti che contengono vitamina K, in particolare nella forma K2 di cui sono meno note le fonti alimentari.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.