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Ricerca, gli ormoni influenzano il nostro comportamento sui social?

Uno studio preliminare mostra che una particolare variante del gene che codifica per l’ossitocina potrebbe influenzare il comportamento sui social media. L’individuazione delle basi biologiche e genetiche del nostro comportamento è uno dei temi privilegiati della ricerca neurobiologica e psichiatrica ed è potenzialmente in grado di aprire nuove strade per l’approccio ai disturbi della sfera psichica.

L’ossitocina è un ormone che svolge un ruolo centrale nello sviluppo dei legami sociali, a tal proposito la Società di Endocrinologia afferma:

l’ossitocina agisce come un messaggero chimico che svolge una funzione importante in molti comportamenti umani, tra cui attivazione sessuale, cognizione sociale, fiducia, rapporti affettivi e legami tra genitori e figli”.

Recenti studi suggeriscono che variazioni del gene che codifica per i recettori dell’ossitocina (OXTR) potrebbero modificare il modo in cui l’ormone influenza il comportamento umano: è stata dimostrata per esempio un’associazione tra una certa variante del gene OXTR e determinate caratteristiche della relazione tra la mamma e il neonato.

Ulteriori ricerche hanno evidenziato il ruolo del polimorfismo del gene OXTR in molti altri ambiti, tra cui disordini del comportamento alimentare, depressione e forme di compromissione del neurosviluppo, oltre che nel livello di sensibilità allo stress sociale e nella tendenza a cercare supporto quando si è in difficoltà, ambiti che si avvicinano di più al focus di nuove ricerche sui comportamenti sociali e le nuove tecnologie.

La relazione tra ossitocina, stili di attaccamento e comportamento su Instagram

In questo nuovo filone di ricerca va segnalato lo studio, da poco pubblicato sulla rivista Heliyon, svolto da Gianluca Esposito, occupato presso il Dipartimento di Psicologia e di Scienze Cognitive dell’Università di Trento e la Nanyang Technological University di Singapore, che, insieme ai suoi colleghi, ha progettato una ristretta ricerca preliminare per indagare eventuali collegamenti sussistenti tra recettori dell’ossitocina, la natura dei legami interpersonali (definiti in psicologia stili di attaccamento) e utilizzo dei social media.

Gli autori erano interessati a comprendere come il polimorfismo dei recettori OXTR ed insieme lo stile di attaccamento potesse influenzare il comportamento sociale messo in atto nell’ambito dei social media.

Il campione preso in esame dagli autori era composto da 57 studenti della Nanyang Technological University, tutti di età non superiore ai trent’anni, nessuno dei quali affetto da disordini neurologici, psichiatrici o genetici; ognuno dei partecipanti era dotato di un account Instagram.

Con il fine di studiarne il polimorfismo del gene OXTR i ricercatori hanno prelevato un campione di DNA dalla guancia di ognuno dei partecipanti.

Per determinarne lo stile di attaccamento relativo alle relazioni interpersonali gli autori hanno sottoposto ai soggetti un questionario che indagava per esempio come essi si sentissero riguardo all’intimità e alla vicinanza e se fossero preoccupati per la loro relazione o riguardo a come si sentisse il loro partner rispetto a loro.

Infine, i ricercatori hanno usato un software apposito per analizzare l’account Instagram di ogni partecipante: il programma in particolare contava il numero di post di ogni profilo, il numero degli account seguiti e il numero degli account che seguivano ogni partecipante.

I dati così ottenuti sono poi stati utilizzati per verificare l’ipotesi dei ricercatori, secondo cui l’interazione tra la variante del gene OXTR di ogni soggetto e il suo stile di attaccamento avrebbe dovuto influenzare il numero di post pubblicati da ognuno e il rapporto tra il numero di account seguiti e il numero di account seguaci.

I ricercatori hanno così scoperto che i soggetti portatori di una specifica variante del gene OXTR (quella a singolo-nucleotide 53576 caratterizzata da genotipo AA) seguivano su Instagram un numero maggiore di account rispetto ai soggetti portatori di una variante diversa del gene (caratterizzata dall’allele G); questa associazione si verificava a prescindere dallo stile di attaccamento. Tuttavia non è stata trovata alcuna correlazione chiara tra il polimorfismo del gene OXTR e lo stile di attaccamento, né tra diverse varianti del gene, stile di attaccamento e utilizzo di Instagram.

Lo studio conferma l’influenza di ambiente e genetica sul comportamento nei social media

Gianluca Esposito, a commento dei risultati dello studio, ha dichiarato:

lo studio dimostra l’esistenza di possibili associazioni tra il comportamento sociale messo in atto su Instagram, predisposizioni genetiche e ansia o tendenza all’evitamento nell’ambito delle più strette relazioni interpersonali’’.

A questo proposito l’autore aggiunge che ‘’per esempio il numero di account che un utente segue su Instagram potrebbe essere collegato al genotipo corrispondente di alcune parti del gene che codifica per il recettore dell’ossitocina’’ e conclude:

i risultati dello studio dimostrano che sia l’ambiente che la genetica contribuiscono in modo significativo alla determinazione del comportamento umano nell’ambito dei social media’’.

I limiti più significativi di questostudio riguardano il ristretto numero di soggetti considerati e il rapporto sbilanciato tra i partecipanti femmine e maschi (rispettivamente 41 e 16), oltre che l’esame di un solo social media. Esposito conferma:

i risultati dovrebbero essere interpretati con cautela dato che si tratta solo di una ristretta e preliminare indagine di un fenomeno che dovrebbe essere studiato più profondamente nell’ambito di più luoghi diversi e facendo riferimento a campioni più ampi’’.

Blanca Bacchini

Laureata in scienze e tecniche psicologiche