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pressione anziano

Ipertensione, dopo la pandemia in aumento la popolazione a rischio

Qual è lo stato dei pazienti ipertesi dopo l’emergenza sanitaria legata al coronavirus? Certo non ottimale, stando ai risultati di Save your HEART, campagna di screening promossa dal Gruppo Servier in Italia, in collaborazione con la Società Italiana di Farmacia Clinica (SIFAC) e con il patrocinio della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), della Società Italiana per lo studio dell’Aterosclerosi (SISA) e Conacuore Onlus. Lo screening è stato realizzato tra maggio e luglio 2021.

Uno studio osservazione sui fattori di rischio cardiovascolare non diagnosticati e non controllati

Si è trattato di uno studio osservazionale condotto tra maggio e luglio 2021 in 21 farmacie di comunità presenti in 15 regioni italiane per avere un’istantanea dei fattori di rischio cardiovascolare non diagnosticati e/o non controllati in soggetti ipertesi in trattamento antipertensivo. I parametri rilevati in autoanalisi erano la pressione arteriosa, i valori di colesterolo totale, HDL e LDL, nonché di glicemia, associati alle risposte a un questionario sull’aderenza alle terapie in corso. Complessivamente, sono stati coinvolte oltre 500 persone di età superiore o uguale a 50 anni di entrambi i sessi.

Claudio Ferri, professore ordinario in Medicina Interna dell’Università dell’Aquila e past President SIIA, nel commentare i risultati dello screening ha spiegato:

Dallo screening sono emersi dati piuttosto allarmanti: il 68% dei partecipanti non raggiunge valori pressori accettabili, il 59% dei partecipanti trattati per l’ipercolesterolemia non presenta valori di colesterolo LDL a target mentre coloro i quali avevano dichiarato di non essere ipercolesterolemici, nel 72% dei casi presentano valori superiori a quelli indicati dalle linee guida per il colesterolo LDL.”

“D’altro canto – aggiunge Ferri –  il 69% degli ipertesi diabetici non ha un buon controllo della propria glicemia e tra coloro che hanno dichiarato di non avere il diabete, pari a circa l’85% del campione, sono stati riscontrati valori di glicemia tipici degli stati prediabetici e diabetici nel 31% dei casi. Un’ulteriore criticità viene dal fatto che quasi la metà dei partecipanti (49%) è risultata avere un rischio alto o molto alto di andare incontro a un evento cardiovascolare fatale a 10 anni”.

Un lavoro di squadra tra farmacisti, MMG e specialisti per intercettare i pazienti con ipertensione

I dati così emersi, ora illustrati in un articolo apparso sul “Giornale Italiano di Health Technology Assessment and Delivery” sembrano dunque indicare l’urgenza di uno sforzo per identificare meglio i pazienti con ipertensione, al fine di evitare le conseguenze di questa condizione con un adeguato trattamento, soprattutto nel caso dei pazienti cronici. E in questo le farmacie possono rivestire un ruolo importante.

Maurizio Pace, segretario della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (FOFI), ha aggiunto:

Già durante l’emergenza il farmacista di comunità ha svolto un compito chiave, assicurando la continuità dei trattamenti ai pazienti cronici, ma anche attività in prima linea come la consegna a domicilio dei farmaci per i pazienti anziani, immunocompromessi o affetti da malattie cronico-degenerative. Oggi però il nostro ruolo deve evolvere ulteriormente: al farmacista, infatti, verrà sempre più richiesto il proprio contributo, per lavorare in sinergia con altre figure professionali all’interno di un team di cura quali MMG e specialista, intercettando soggetti a rischio, conducendo un’educazione personalizzata e reindirizzando al medico curante situazioni particolarmente critiche”.

Folco Claudi
Folco Claudi

Giornalista medico scientifico