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Diabete tipo 2, gli alimenti ultraprocessati possono aumentare i rischi per il cuore

Un elevato consumo di cibi ultraprocessati è associato a un aumento del rischio di mortalità, sia per malattie cardiovascolari che per tutte le altre cause nelle persone con diabete di tipo 2.

Lo suggeriscono i risultati di una ricerca condotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS), pubblicata sulla rivista scientifica American Journal of Clinical Nutrition.

Uno studio su oltre 11mila diabetici seguiti per più di 11 anni

La ricerca ha incluso 1.066 soggetti affetti da diabete di tipo 2, seguiti per più di 11 anni nell’ambito del Progetto Epidemiologico Moli-Sani, un grande studio di popolazione partito nel marzo 2005, che coinvolge circa 25.000 cittadini, residenti in Molise. L’obiettivo dello studio è aumetare le conoscenze sui i fattori ambientali e genetici che possono provocare malattie cardiovascolari e tumori.

Le abitudini alimentari dei partecipanti allo studio sono state valutate con questionari approfonditi e gli alimenti sono stati definiti ultraprocessati (UPF) secondo i criteri della Classificazione NOVA.

È stato poi calcolato sia il peso totale e l’incidenza percentuale degli UPF sulla dieta quotidiana. Inoltre, la qualità della dieta è stata valutata complessivamente con il punteggio della dieta mediterranea (MDS)

Va ricordato che secondo la classificazione NOVA sono da considerare ultraprocessati non solo gli alimenti con additivi, come coloranti, conservanti, antiossidanti, anti-agglomeranti, esaltatori di sapidità ed edulcoranti (tra questi ci sono bevande gassate e zuccherate, pasti pronti e fast-food), ma anche alimenti considerati “sani” come yogurt alla frutta, cereali per la colazione, cracker e buona parte dei sostituti vegetali della carne, che hanno comunque un altro grado di lavorazione industriale.

Un elevato consumo di cibi ultraprocessati può aumentare il rischio di mortalità del 60%

L’analisi delle abitudini alimentari della coorte diabetica ha rivelato un consumo medio di UPF del 7,4% (±5,0%). Nelle analisi statistiche aggiustate per più variabili, una maggiore assunzione di UPF (≥10,5% e ≥9% del cibo totale consumato rispettivamente per le donne e gli uomini), rispetto al più basso (<4,7% e <3,7% per le donne e maschi, rispettivamente), era associato a rischi più elevati sia di mortalità per tutte le cause (HR 1,70; IC 95% 1,25 – 2,33) che di mortalità per malattie cardiovascolari (HR 2,64; IC 95% 1,59 – 4,40).

Da notare che l’alto consumo di UPF ha aumentato il rischio di mortalità indipendentemente dal punteggio della dieta mediterranea, quindi l’effetto negativo di un alto consumo di UPF rimane anche nelle persone che seguono le abitudini della dieta mediterranea.

Marialaura Bonaccio, epidemiologa del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli e primo autore dello studio, ha dichiarato:

esaminando l’evoluzione della loro salute nel corso di 12 anni è stato possibile evidenziare che una alimentazione ricca di alimenti ultraprocessati esponeva le persone con diabete ad una ridotta sopravvivenza. Quelle che riportavano un consumo più elevato di cibi ultraprocessati mostravano un rischio di mortalità per ogni causa del 60% più alto, rispetto ai pazienti che consumavano questi prodotti in quantità minore. Il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, che sono già frequenti nella popolazione con diabete, aumentava più del doppio”.

Licia Iacoviello, direttore del Dipartimento e professore ordinario di Igiene all’Università dell’Insubria di Varese e Como, ha aggiunto:

uno dei risultati più interessanti di questo studio è che l’aumento di rischio legato ai cibi ultraprocessati si osserva anche se si è scrupolosamente attenti a ciò che si mangia. Ad esempio, una persona con diabete sceglie generalmente cibi salutari tipici della Dieta mediterranea. Ma se nella sua alimentazione sono presenti anche molti cibi sottoposti a lavorazione, i vantaggi si annullano, con un evidente aumento di rischio per la salute”.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.