Covid, come favorire la copertura vaccinale dei soggetti a rischio
Dopo la pandemia la diffusione di Covid-19 persiste, con un impatto paragonabile a quello dell’influenza stagionale e continua a costituire, al pari dell’influenza, una minaccia per la salute dei soggetti anziani e delle persone più vulnerabili, come ad esempio gli immunocompromessi.
Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa nel periodo settembre 2023-marzo 2024 sono stati registrati oltre tre milioni di casi di Covid-19, oltre 100mila ricoveri ospedalieri, 3.800 accessi in terapia intensiva. (WHO, “Coronavirus disease (COVID-19) Epidemiological Updates”, 12 Apr 2024).
In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità riporta, per la stagione appena trascorsa, un totale di 10mila decessi; dati paragonabili a quelli dell’influenza stagionale, che ogni anno causa mediamente 8.000 decessi, in soggetti anziani e fragili.
Tuttavia, il tasso di vaccinazione nei paesi europei è sceso drasticamente ed è al di sotto di quello per l’influenza. La media europea di copertura vaccinale per il Covid nelle persone con più di 60 anni non ha superato il 12% nella stagione 2023/24 rispetto al 50,8% del vaccino antinfluenzale, secondo gli ultimi dati disponibili.
Le raccomandazione della Covid Transition Initiative
Per avanzare proposte e raccomandazioni su come migliorare i tassi di vaccinazione contro il Covid all’inizio del 2024 si è costituito la COVID Transition Initiative (CTI), gruppo informale, indipendente e multi-stakeholder di esperti europei.
Roberta Siliquini, membro della CTI e presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SITI) afferma:
solo l’anno scorso, l’Italia ha registrato 10.000 decessi e oltre 80.000 ricoveri a causa di Covid-19, che hanno coinvolto quasi esclusivamente individui vulnerabili, anziani e malati cronici. Nonostante l’efficacia dei vaccini nel combattere l’infezione e nel ridurre il rischio di ‘Long Covid’, la copertura vaccinale è diminuita considerevolmente, specialmente tra i gruppi a rischio. Il tasso di vaccinazione del 12%, riportato dall’ECDC, è troppo basso per mantenere protetti i gruppi più vulnerabili. Diviene quindi necessario fissare un obiettivo di copertura del 75%, come per l’influenza stagionale.”
Le raccomandazioni della CTI
La CTI, che è stata avviata e resa possibile grazie al supporto di Novavax, ha pubblicato il rapporto COVID Transition Roadmap, che contiene 13 raccomandazioni, con 3 obiettivi:
- Proteggere le persone dalla minaccia da COVID aumentando la diffusione del vaccino
- Adottare un quadro adeguato a lungo termine per la vaccinazione anti-COVID routinaria
- Promuovere il progresso della vaccinazione anti-COVID di anno in anno
- Organizzare campagne regolari di vaccinazione anti-COVID in linea con le raccomandazioni nazionali e con particolare attenzione alla protezione dei gruppi a rischio
- Comunicare in modo efficace e costante l’importanza della vaccinazione anti-COVID per i soggetti a rischio
- Rendere più accessibile e diversificare le modalità di accesso alla vaccinazione anti-COVID
- Somministrare congiuntamente il vaccino anti-COVID e il vaccino antinfluenzale, laddove clinicamente appropriato e supportato dalle raccomandazioni nazionali
- Sensibilizzare e incentivare gli operatori sanitari a vaccinare contro il COVID
- Garantire tutte le tecnologie vaccinali anti-COVID disponibili
- Chiarire i tempi e il processo di selezione dei ceppi del vaccino anti-COVID
- Garantire che le decisioni di approvvigionamento evitino un’eccessiva dipendenza da un unico prodotto vaccinale anti-COVID
- Incoraggiare la ricerca e l’innovazione di nuovi strumenti contro il COVID
- Aggiornare e potenziare la formazione degli operatori sanitari sulle vaccinazioni
- Monitorare e rendicontare periodicamente gli indicatori chiave per il COVID
- Adottare misure proattive per affrontare il c.d. long COVID, proteggendo i gruppi a rischio e riducendone al minimo l’incidenza
- Fissare un obiettivo di copertura vaccinale anti-COVID pari al 75%
Particolare rilevanza è stata attribuita al ruolo della pianificazione a lungo termine nel garantire la disponibilità dei vaccini, e alle modalità di approvvigionamento. Prosegue Siquilini:
una mia preoccupazione riguarda dipendenza eccessiva dell’Europa da un unico tipo di vaccino. L’ECDC ha dichiarato che il 97% delle dosi somministrate tra il 1° settembre 2023 e il 15 gennaio 2024 era di un solo tipo di vaccino anti COVID-19. Questo potrebbe esporre l’Europa a potenziali problemi a livello di fornitura, e non permettere ad individui e operatori sanitari di accedere alla tecnologia vaccinale a loro più adatta”.
Il gruppo Covid Transition Iniziative comprende:
Vytenis Andriukaitis, ex Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare; inviato speciale dell’OMS per la regione europea; Paolo Bonanni, Università di Firenze; Yvanie Caillé, Renaloo, associazione pazienti, Javier Diez Domingo Fondazione Fisabio di Valencia; Robert Flisiak Università di Medicina di Białystok; Daphné Holt, Coalizione per l’immunizzazione lungo tutto l’arco della vita (CLCI); Heidi Larson, Progetto Fiducia nei vaccini; Scuola di Igiene e Medicina Tropicale di Londra; Bruno Lina, Università di Lione; Roberta Siliquini, Università di Torino, presidente Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI); Jonathan Van-Tam, Università di Nottingham e Consulente indipendente.