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Sugar tax, l’imposta è utile per promuovere una dieta più sana?

Il consumo di bevande zuccherate è stato indicato tra i principali fattori, nella dieta di bambini e adulti, che favoriscono obesità e disordini metabolici. Uno degli strumenti utilizzati per ridurre la quota di zuccheri in eccesso nella dieta quotidiana è l’imposta sulle bevande zuccherate, la Soft Drinks Industry Levy (SDIL), nota anche come “sugar tax”, introdotta nel 2018 nel Regno Unito.

Negli anni successivi all’introduzione della SDIL, sono state condotte numerose ricerche volte a descriverne gli effetti; gli studi hanno mostrato che la tassazione delle bevande zuccherate comporta riduzioni significative del consumo di zuccheri, sia derivanti dalle bibite che dall’alimentazione in generale.

Altri effetti evidenziati dalle ricerche riguardano la riduzione dell’obesità tra le bambine della scuola primaria, l’acquisto di bevande zuccherate e i tassi di ammissione in ospedale per estrazione dentali dei bambini.

La tassa riduce il consumo di bevande zuccherate e di zuccheri totali nella dieta

Su questo tema un team di ricercatori dell’Università di Cambridge (UK) ha recentemente pubblicato un nuovo studio sulla rivista Journal of Epidemiology & Community Health. In questo lavoro, che ha utilizzato dati provenienti dalla UK National Diet and Nutrition Survey, è stato analizzato un campione rappresentativo di 7.999 adulti e 7.656 bambini, osservati negli undici mesi dopo l’introduzione  della “sugar tax”.

Nella ricerca sono stati valutati gli effetti sul consumo totale di zuccheri provenienti da tutti i tipi di cibi e bevande, oltre che dalle sole bibite, nel periodo gennaio-marzo 2019. L’analisi ha rivelato che a seguito dell’introduzione della SDIL, il consumo giornaliero di zucchero è diminuito di circa 5 grammi nei bambini e di 11 grammi negli adulti, rispettivamente con riduzioni relative pari al 10% e 20%; le stime indicano che gli zuccheri provenienti dalle sole bibite ammontavano alla metà del totale.

Effetti positivi anche sui ricoveri per asma dei bambini

Un recente articolo pubblicato su Nature Communications ha evidenziato come, tra gli effetti della SDIL, sia possibile annoverare anche un decremento dei tassi di ricovero per asma nei bambini; il consumo di bevande zuccherate rappresenta, infatti, un fattore di rischio per l’insorgenza di asma nell’infanzia.

Per ottenere questo risultato sono stati considerati i tassi relativi ai ricoveri ospedalieri pediatrici per sintomi asmatici, in regime di servizio sanitario nazionale, a 22 mesi dall’attuazione della norma. Sono state condotte analisi ripetute nel tempo, nel periodo 2012-2020, per misurare il cambiamento nell’incidenza mensile dei tassi di ricovero, e quindi delle sotto-analisi per gruppi di età, riferiti alle fasce 5-9; 10-14 e 15 18 anni.

Complessivamente, l’incidenza dei ricoveri si è ridotta del 20,9% (IC al 95%: 29,6-12,2) in modo simile tra tutti i gruppi di età; la messa in atto di una tassa mirata alla riduzione dell’obesità infantile, ha prodotto un beneficio, addizionale e inatteso, in termini di salute pubblica, sostengono i ricercatori.

Una tassa che dovrebbe essere estesa anche ad altri prodotti?

Secondo Franco Sassi, direttore del Centre for Health Economics and Policy Innovation dell’Imperial College Business School, Londra:

la sugar tax, visti i molti lavori pubblicati che ne hanno descritto gli effetti positivi, si colloca tra le misure più efficaci per incentivare una sana alimentazione”.

Tasse come la SDIL, sostengono gli esperti di politiche sanitarie, possono spingere i produttori di bevande a ridurre il contenuto di zuccheri, e anche ad aumentare la consapevolezza circa il contributo di questo genere di prodotti a uno scarso stato di salute generale.

Con queste premesse ci si può chiedere se una simile tassa dovrebbe essere anche applicata ad altri prodotti ricchi di zuccheri, come per esempio quelli a base di cioccolato.

Commenta Katherine Jenner, direttrice dell’Obesity Health Alliance:

tutti gli studi che hanno indagato gli effetti della sugar tax ne hanno dimostrato il successo; oltre a ridurre il consumo di zuccheri, ha permesso di aumentare le entrate fiscali, da destinare a progetti educativi. Questa tassa dovrebbe essere estesa ad altri alimenti a elevato contenuto di zucchero; questa misura, insieme alla riduzione della promozione di alimenti non salutari, potrebbe incoraggiare l’industria alimentare a modificare il contenuto di alcuni prodotti, con un miglioramento della salute generale della popolazione”.

Redazione

articolo a cura della redazione