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nanoparticella

Celiachia, dalle nanotecnologie un nuovo trattamento desensibilizzante

Un nuovo trattamento basato su nanoparticelle sembra in grado di neutralizzare la malattia celiaca, che, allo stato attuale, ha come unica terapia la dieta senza glutine.

All’European Gastroenterology Week, che si è svolta a Barcellona a fine di ottobre, sono stati presentati i risultati di uno studio clinico in fase 2 in cui la nuova tecnologia è riuscita a ottenere tolleranza al glutine in pazienti celiaci.

La tecnologia si basa su una nanoparticella biodegradabile contenente glutine che induce il sistema immunitario a non reagire all’antigene.

La nanoparticella funziona come un Cavallo di Troia nascondendo l’allergene in un involucro innocuo. Quando viene iniettata nel flusso sanguigno il sistema immunitario non se ne preoccupa e in seguito la nanoparticella e il suo carico nascosto vengono eliminati da un macrofago. Il risultato è che i pazienti possono assumere glutine con una riduzione sostanziale dell’infiammazione.

Nello studio la nanoparticella è stata caricata con gliadina, il principale componente del glutine, presente nei cereali come il grano. Una settimana dopo il trattamento i pazienti celiaci hanno assunto una dieta con glutine per 14 giorni. Messi a confronto con un gruppo di controllo non trattato, i pazienti che hanno assunto le nanoparticelle hanno mostrato una risposta di infiammazione immunitaria inferiore del 90%.

Una tecnologia allo studio anche per altre malattie

La tecnologia è stata sviluppata nel laboratorio di Stephen Miller, professore di microbiologia e immunologia presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago (USA), che ha trascorso decenni a perfezionare la tecnologia.

Il rivoluzionario trattamento con le nanoparticelle è studiato anche per altre gravi patologie. La tecnica viene sperimentata incapsulando la mielina in modelli di sclerosi multipla e l’insulina in modelli di diabete di tipo 1. La celiachia è il terreno ideale per questo tipo di approccio perché ha una causa unica e ben conosciuta, il glutine nella dieta. “Questa è la prima dimostrazione che la tecnologia funziona nei pazienti”, ha affermato Miller.

La nanotecnologia è stata concessa in licenza a COUR Pharmaceuticals Co., una società biotech co-fondata da Miller. La COUR ha ottenuto una corsia preferenziale per l’approvazione dalla Food and Drug Administration e ha stretto un accordo con Takeda Pharmaceuticals per lo sviluppo di un farmaco.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.