Diabete di tipo 2, l’associazione empagliflozin/linagliptin ottiene la rimborsabilità
L’AIFA, agenzia italia del farmaco ha ammesso la rimborsabilità dell’associazione empagliflozin/linagliptin, terapia orale per i pazienti con diabete di tipo 2.
Il farmaco nato dall’alleanza tra Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company unisce in un’unica compressa l’inibitore del co-trasportatore sodio glucosio di tipo 2 (inibitore di SGLT2) empagliflozin e l’inibitore della dipeptidil peptidasi 4 (Inibitore della DPP-4) linagliptin.
L’associazione è stata approvata per migliorare il controllo glicemico quando metformina e/o sulfanilurea e uno dei componenti dell’associazione dei due farmaci non riescono a ottenere un adeguato compenso del diabete.
“Il diabete di tipo 2 è una malattia cronica che affligge oltre 3 milioni di persone in Italia – dichiara il Agostino Consoli, professore di Endocrinologia dell’Università di Chieti – e, con il progredire della malattia, ma a volte anche poco dopo la diagnosi di essa, la maggior parte dei pazienti deve assumere due o più farmaci per ottenere e mantenere un buon controllo metabolico. La possibilità di assumere, in regime di rimborsabilità, farmaci orali innovativi in combinazione in una sola compressa semplifica molto la vita del paziente e viene incontro ai suoi bisogni. In particolare, la combinazione di gliflozine+gliptine, due molecole con meccanismi d’azione sinergici, rappresenta un nuovo step terapeutico, potenzialmente in grado di posticipare il ricorso alla terapia insulinica”.
“Le complicanze cardiovascolari costituiscono il maggior problema del diabete di tipo 2 – aggiunge Paolo Di Bartolo direttore struttura complessa di diabetologia Ospedale di Ravenna AUSL ROMAGNA – Infatti le più recenti linee guida raccomandano farmaci con comprovato beneficio cardiovascolare sin dalle prime fasi della malattia. Con l’associazione empagliflozin/linagliptin è ora possibile garantire efficacia nel miglioramento del controllo glicemico, basso rischio di ipoglicemia, un’azione favorevole sia sul peso, sia sulla pressione arteriosa ed, infine, efficacia nella riduzione del rischio CV anche dopo il secondo farmaco orale”.