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digiuno intermittente

Diabete tipo 2, rischi e benefici del digiuno intermittente

Il digiuno intermittente, ossia un regime alimentare che prevede il consumo dei pasti solo in una determinata finestra oraria durante la giornata, oppure un giorno (o 2 non consecutivi) di digiuno alla settimana è una scelta dietetica, finalizzata a perdere peso, che sta diventando sempre più popolare, soprattutto negli Stati Uniti.

Il digiuno intermittente viene anche propagandato per i benefici che avrebbe nei soggetti diabetici. Tuttavia, allo stato attuale non ci sono prove sufficienti che questo tipo di dieta abbia effetti benefici significativi e privi di rischi per i soggetti con diabete di tipo 2.

Lo afferma un editoriale pubblicato dal Journal of American Medical Association da Benjamin D. Horne e colleghi dell’Intermountain Medical Center di Salt Lake City, Utah, della Stanford University California (Usa) e dell’Albert Einstein College of Medicine, di New York.

Gli esperti hanno reperito in letteratura sette studi pubblicati sul digiuno intermittente in pazienti con diabete di tipo 2, inclusi cinque studi clinici randomizzati, di cui uno solo ha avuto più di 63 pazienti.

Il digiuno intermittente è stato associato a perdita di peso e nella maggior parte (ma non tutti) degli studi a diminuzioni di emoglobina A1c. Inoltre questo approccio dietetico migliorava i livelli di glucosio, la qualità della vita e la pressione sanguigna, ma non l’insulino-resistenza. Gli studi hanno valutato diete con frequenze di digiuno e periodi molto diversi fra di loro (18-20 ore al giorno per 2 settimane; 2 giorni a settimana per 12 settimane o per 12 mesi; 3-4 giorni a settimana per 7-11 mesi; 4 giorni a settimana per 12 settimane; e 17 giorni in 4 mesi.)

“Questa eterogeneità di disegni e regimi dietetici e la varietà dei risultati rendono difficile tracciare una direzione clinicamente significativa” commenta Horne

La sicurezza e il confronto con altre diete

Solo uno studio ha affrontato la sicurezza relativa di due regimi di digiuno intermittente nei pazienti diabeti e ha rilevato che entrambi i regimi hanno aumentato gli eventi ipoglicemizzanti, nonostante l’uso di un protocollo di modifica della dose del farmaco.

Solo uno studio ha confrontato esplicitamente il digiuno intermittente con la restrizione calorica, e ha mostrato solo una non inferiorità per la variazione del livello di emoglobina A1c (–0,3% per il digiuno intermittente vs -0,5% per la restrizione calorica).

In conclusione, secondo gli autori: “il digiuno intermittente può essere meno sicuro della restrizione calorica con un’efficacia più o meno equivalente. Pertanto fino a quando il digiuno intermittente non risulta essere più efficace della restrizione calorica per ridurre l’emoglobina A1c o controllare in altro modo il diabete, i regimi di digiuno intermittente per pazienti con il diabete di tipo 2 dovrebbe essere limitato alle persone per le quali il rischio di ipoglicemia è attentamente monitorato e i farmaci sono adattati per garantire la sicurezza. “

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.