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insonnia cuore

L’emergenza Covid-19 peggiora la qualità del sonno degli italiani

L’emergenza sanitaria legata alla pandemia da SAR-CoV-2 e le conseguenti restrizioni anti-contagio hanno inciso anche sulla qualità del sonno degli italiani. Lo testimoniano i dati raccolti in recenti lavori di ricerca clinica condotti nel nostro Paese.

Cellini at al., dell’Università di Padova,  in un sondaggio su 1.310 persone con un’età media di 24 anni pubblicato sul Journal of Sleep Research hanno rilevato cambiamenti significativi negli orari di addormentamento e risveglio, con un peggioramento della qualità del sonno

Salfi e coll. dell’Università dell’Aquila in uno studio pubblicato su Neurobioloy of stress  hanno svolto un’indagine su 2.701 persone (età media ±  32,37, DS ± 11,62; intervallo, 18-82). Lo studio, che tiene conto anche delle differenze di genere, rivela che il lockdown ha aumentato la frequenza di sintomi di insonnia, ansia e depressione in entrambi i sessi, anche se con modalità diverse. Si evidenzia, infatti, un maggiore impatto iniziale sulle donne e un peggioramento più marcato a lungo termine negli uomini.

Le conseguenze di questo diffuso peggioramento della qualità del riposo notturno sono state discusse nell’evento virtuale “Sonno è Salute” promosso da Fidia e realizzato nell’ambito del Global Health Festival, di cui l’azienda è main sponsor.

Perché il lockdown favorisce l’insonnia

Secondo il professor Antonino Minervino, Presidente della Società Italiana di Medicina Psicosomatica (SIMP) la situazione creata dal Covid-19, per quanto riguarda l’insonnia corrisponde perfettamente al modello delle tre P, ovvero dei fattori predisponenti, precipitanti e perpetuanti. Il predisponente, per il confinamento a seguito della quarantena, il precipitante in quanto evento traumatico, e perpetuante, avendo alterato le condizioni comportamentali, cognitive e ambientali pre-pandemia. Le Linee Guida indicano come primo approccio la terapia cognitivo comportamentale (Cbt-Cognitive Behavioural Therapy). Nel caso in cui si renda necessario il trattamento farmacologico la scelta del farmaco andrebbe fatta sulla base di diversi fattori e le opzioni terapeutiche sono il farmaco Melatonina 2mg a Rilascio Prolungato in soggetti con più di 55 anni di età (fino a 13 settimane) oppure i farmaci sedativo-ipnotici (in soggetti sotto i 65 anni) ma l’uso dovrebbe assolutamente essere a breve termine (non oltre le 4 settimane).

“In questo momento storico – afferma Minervino – è importante valutare e monitorare sempre i disturbi del sonno e garantire un sonno ristoratore evitando la sedazione.”

Il ruolo della melatonina

Il professor Giovanni Biggio, professore Emerito dell’Università degli Studi di Cagliari – ha ribadito che la deprivazione di sonno può avere importanti conseguenze sul sistema nervoso, endocrino, immunitario, cardiocircolatorio. Il ritmo sonno-veglia è strettamente correlato alla melatonina, un ormone prodotto dalla ghiandola pineale quando la luce si abbassa, che oltre a favorire il sonno, è strettamente coinvolta nel processo di sviluppo del cervello e svolge un ruolo importante sul sistema immunitario. Alcuni studi hanno indagato il ruolo della melatonina, nel ridurre lo stato infiammatorio dei pazienti ospedalizzati con Covid-19, migliorando la loro qualità del sonno. In particolare uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine, ha messo in evidenza come l’immunosoppressione causata dalla deprivazione di sonno può essere considerato un fattore di rischio e peggiorare le condizioni cliniche causate dal Covid-19.

“La produzione di melatonina – ha concluso Biggio, – ha un ruolo centrale nel ridurre lo stress ossidativo, dannoso per i neuroni, svolgere un’azione neuro-protettiva e favorire il neuro-sviluppo”.

La qualità del sonno in bambini con disturbi del neurosviluppo

Il professor Oliviero Bruni, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile all’Università Sapienza di Roma, ha affrontato una problematica ancora poco conosciuta ma molto diffusa: quella dei disturbi del sonno in bambini e adolescenti con disturbi del neuro-sviluppo (DNS) e dello spettro autistico (DSA).

“Il sonno ha un ruolo significativo nell’età evolutiva, influenzando sia la struttura sia le funzioni cerebrali – ha dichiarato Bruni. – Il sonno ha un impatto sulla memoria, sulla attenzione, sull’emotività e sull’impulsività ma soprattutto svolge un ruolo chiave nell’apprendimento. Il COVID-19, soprattutto con il lockdown, ha portato ad un peggioramento della qualità del sonno di bambini e adolescenti, strettamente correlata ad una alterazione dell’orario di addormentamento e di risveglio e ad una maggiore esposizione agli schermi. Nei bambini con disturbi del neuro-sviluppo (DNS), la mancanza di sonno può causare un peggioramento delle condizioni dei giovani pazienti e della qualità di vita di tutta la famiglia; per questo è estremamente importante trattare i disturbi del sonno nei bambini con DNS con interventi comportamentali e nel caso si renda utile il trattamento farmacologico le Linee Guida inseriscono il farmaco melatonina come prima scelta”.

 

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.