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Nutrizione medica, i bisogni dei pazienti oncologici

L’impatto della pandemia sui sistemi sanitari ha pesanti ricadute anche sull’assistenza ai malati di cancro. Tra queste c’è l’accesso limitato dei malati oncologici agli alimenti medici, una tematica presente anche prima della pandemia, sollevata con forza l’anno scorso con la presentazione del manifesto: “Nutrizione Medica: più forza alla cura”, il cui obiettivo era l’impegno per una corretta presa in carico da parte del SSN del paziente malnutrito.

Va ricordato che circa il 30% dei pazienti oncologici soffre di uno stato di malnutrizione, o è a rischio di esserlo, già al momento della diagnosi e che quasi un malato di cancro su quattro muore per denutrizione.

A un anno di distanza dal lancio del manifesto, Nutrizione Medica – Unione Italiana Food, associazione di Confindustria che riunisce le aziende del settore della nutrizione medica in Italia, ha promosso un incontro dal titolo “Nutrizione medica e COVID-19: qual è il bisogno dei pazienti oncologici?”

L’impegno per l’inserimento nei LEA

Nel corso dell’incontro Massimo Casciello, Direttore Generale igiene e sicurezza degli alimenti del Ministero della Salute ha rivelato che è stata presentata ufficialmente per la Finanziaria la richiesta di inserimento degli alimenti a fini medici speciali nei Livelli Essenziali di Assistenza, con l’obiettivo di ottenerne la rimborsabilità. Si tratta di una notizia importante per un settore che aspetta da tempo un impegno concreto da parte delle istituzioni. Casciello ha anche precisato che attraverso il Recovery Fund si sta lavorando per avviare un progetto che potenzi la penetrazione territoriale dell’assistenza ai pazienti. Il Covid, secondo Casciello,  ha mostrato la necessità di integrazione tra 3 elementi: una diagnosi diffusa e sufficientemente precisa sul territorio, un cambiamento delle modalità di cura e presa in carico dei malati e il rapporto stretto con le associazioni dei pazienti.

Perché fornire un supporto nutrizionale ai pazienti oncologici

“La malnutrizione – spiega Riccardo Caccialanza, Rappresentante SINPE, Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo – è un problema frequentemente associato all’aumento della tossicità dei trattamenti oncologici e alla riduzione della risposta, ma anche al peggioramento della condizione di salute del paziente oppure a quello della prognosi generale. Soprattutto in questa situazione di emergenza sanitaria, il supporto all’alimentazione dei pazienti affetti da cancro resta una priorità dovuta al rischio concreto di un peggioramento del loro stato nutrizionale poiché rimasti privi di un sostegno adeguato. La possibile soluzione oggi risiede sicuramente nella continuità della nutrizione clinica in oncologia grazie ad un cambiamento radicale nell’approccio ai pazienti.”

Screening nutrizionale e LEA

“I problemi irrisolti legati alla nutrizione clinica dal punto di vista delle Società Scientifiche e i rischi legati alla malnutrizione nei pazienti oncologici sono ancora tanti – sottolinea Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuC, Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo – e tra essi spicca la necessità di uno screening sistematico e omogeneo per la valutazione dello stato nutrizionale dei malati ma anche e soprattutto il bisogno di riconoscere tutte le terapie nutrizionali nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). La situazione attuale aggrava ulteriormente uno status quo di urgenza che si percepiva già prima dell’avvento della pandemia e che è in larga parte dovuto anche alla mancanza di una piena attuazione dell’accordo siglato tra Stato e Regioni”.

Gli obiettivi nella pandemia e dopo

“Nonostante il ruolo importante giocato anche dalle associazioni dei cittadini, purtroppo manca ancora una piena operatività delle iniziative intraprese al fine di realizzare una vera presa in carico del paziente oncologico – dichiara Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva, componente della Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza – A causa della situazione attuale legata alla pandemia, è necessario oggi perseguire tre diversi ordini di obiettivi: nell’immediato vi è l’esigenza di una soluzione ponte durante la fase COVID-19 per rispondere ai bisogni urgenti dei pazienti; tuttavia, non possono essere tralasciate anche l’introduzione dello screening nutrizionale nei PDTA, la costruzione di reti di Nutrizione Clinica e l’inserimento degli AFMS nei Livelli Essenziali di Assistenza”.

Accesso agli alimenti speciali per tutti

“Noi, in quanto rappresentanti delle aziende, ci siamo impegnati per mettere a sistema le nostre competenze tecnico scientifiche e dimostrare l’efficacia  e la sostenibilità economica dei nostri prodotti per i pazienti e per il sistema sanitario – spiega Marco Alghisi, Presidente di Nutrizione Medica Unione Italiana Food – ma purtroppo il contesto della pandemia da COVID-19 ha rallentato quello che un anno fa ci auguravamo fosse un processo più rapido e concreto. Il nostro obiettivo oggi resta quello creare consapevolezza in tutti gli attori e gli enti istituzionali coinvolti per risolvere urgentemente le diseguaglianze di accesso dei pazienti oncologici agli AFMS e garantire finalmente l’effettiva uniformità di accesso alle terapie nutrizionali su tutto il territorio nazionale”.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.