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Obesità e Covid-19, fattore di rischio o effetto della pandemia?

Dai dati clinici attualmente a disposizione sulla pandemia da Covid-19, l’obesità risulta un fattore di rischio per una maggiore gravità della malattia. Per questo motivo i soggetti obesi, (come quelli diabetici o con patologie cardiovascolari), devono osservare con maggiore attenzione le regole sul distanziamento e le limitazione di movimento, finalizzate alla prevenzione del contagio da SARS-CoV-2.

Tuttavia, le limitazioni dell’attività fisica, così come le difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria, possono provocare un aumento dell’obesità nella popolazione e incidere sulla qualità di vita dei soggetti obesi, con maggiori rischi di depressione, dieta scorretta e vita sedentaria.

Un gruppo di ricercatori dello University College of London ha provato a stimare l’eccesso di mortalità nei soggetti obesi nel Regno Unito, sia direttamente causato dal Covid-19, sia indirettamente dovuto alle limitazioni dell’assistenza sanitaria e le conseguenze sulla salute pubblica del potenziale aumento dell’obesità durante il lockdown.

Il risultato è che la prevenzione dell’obesità e il mantenimento dell’attività fisica sono altrettanto importanti della protezione degli individui obesi per contrastare gli effetti della pandemia.

Lo studio

Lo studio che al momento compare su medRxiv* (server che raccoglie abstract degli studi in attesa di revisione per la pubblicazione) ha valutato le cartelle cliniche elettroniche di quasi 2 milioni di cittadini britannici, per quantificare la mortalità in eccesso in soggetti gravemente obesi e l’effetto di un indice di massa corporea (BMI) più elevato e dell’attività fisica sull’incidenza e sulla mortalità per COVID- 19.

Da questa elaborazione statistica risulta che l’obesità grave non è un indicatore di alto rischio basale di mortalità, a meno che non ci siano due o più comorbidità. Il numero di morti in eccesso direttamente a causa della COVID-19 tra i soggetti gravemente obesi (3,5% al basale), non dovrebbe essere aumentato in modo significativo. Con un tasso di infezione del 10%, l’impatto diretto dovrebbe essere tra 240 e 479 decessi in eccesso in Inghilterra e come effetto indiretto tra 383 e 767 decessi in eccesso.

Tuttavia con un blocco di tre mesi, molte più persone potrebbero diventare obese in Inghilterra (da 98.000 a 434.000 in più secondo questa stima), tutti soggetti ad alto rischio di malattie future.

Un regolare esercizio fisico potrebbe proteggere da questa mortalità in eccesso durante il blocco. Inoltre, come evidenziano i dati di questa ricerca, non vanno trascurati, diagnosi, trattamento e prevenzione delle malattie legate all’obesità e agli squilibri metabolici, che potrebbe registrare una crescita significativa durante la pandemia da COVID-19.

I ricercatori consigliano quindi di aggiungere le raccomandazioni sul mantenimento di un livello sufficiente di attività fisica e controllo della dieta alle prescrizioni per limitare i rischi di contagio ed esortano le autorità sanitarie a considerare una priorità la valutazione degli effetti sull’obesità della pandemia.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.