Assunzione di alcol e cuore, qual è il confine tra danno e beneficio?
Il moderato consumo di alcol apporta benefici o arreca danno al sistema cardiovascolare? La questione è dibattuta da tempo, poiché indicazioni tra loro contrastanti sono emerse dagli studi osservazionali, che propendono per il beneficio, e da recenti analisi genetiche che utilizzano la randomizzazione mendeliana, secondo cui esisterebbe un possibile legame causale tra assunzione di alcol e aumento del rischio cardiovascolare, senza peraltro chiarire completamente la correlazione tra dose assunta e livello di rischio.
Una nuova analisi mostra che il rischio cardiovascolare aumenta di poco con un basso consumo di alcol, mentre sale esponenzialmente con il consumo pesante.
Uno studio di randomizzazione mendeliana
Lo studio pubblicato su “JAMA Network” da Kiran J. Biddinger del Broad Institute of MIT and Harvard, Cambridge, negli Stati Uniti, e colleghi hanno analizzato i dati del database UK Biobank (2006-2010, follow-up fino al 2016) per chiarire il rapporto tra consumo di alcol e rischi per il cuore, esaminando i possibili fattori di confondimento nelle associazioni epidemiologiche.
Sono stati considerati i dati di 371.463 partecipanti (età media: 57,0 anni; per il 46% di sesso maschile), che consumavano una media di 9,2 (10,6) bevande standard a settimana. Nel complesso, 121.708 partecipanti (33%) erano affetti da ipertensione.
I partecipanti sono stati divisi in gruppi secondo il consumo abituale di alcol:
- astemi (0 drink/settimana),
- leggeri (>0-8,4 drink/settimana),
- moderati (>8,4-15,4 drink/settimana),
- pesanti (>15,4-24,5 drink/settimana)
- con abuso (>24,5 bevande/settimana)
Nota 1 drink equivale secondo lo standard americano a 14 g di alcol. Secondo i nostri parametri (vedi ISS) l’unità alcolica (UA) corrisponde a 12 g di etanolo, quantità contenuta in una lattina di birra (330 ml), un bicchiere di vino (125 ml) o un bicchierino di liquore (40 ml). La soglia del consumo moderato per gli uomini è 2 UA in media al giorno, corrispondenti a 60 UA negli ultimi 30 giorni. La soglia del consumo moderato per le donne è 1 UA in media al giorno, corrispondenti a 30 UA negli ultimi 30 giorni.
I risultati dello studio
Il consumo di alcol da leggero a moderato era associato a fattori di stile di vita più sani: la correzione per questo fattore di confondimento attenuava le associazioni epidemiologiche tra cardioprotezione e un’assunzione modesta di bevande alcoliche.
I dati sono stati analizzati utilizzando la randomizzazione mendeliana, una tecnica che utilizza dati genetici per definire e stimare l’effetto causale di fattori di rischio non genetici.I questo studio è stata utilizzata sia la randomizzazione mendeliana tradizionale (lineare) sia quella non lineare.
Nelle analisi di randomizzazione mendeliana lineare, un aumento di una deviazione standard nel consumo di alcol è risultato associato a un incremento di 1,3 volte nel rischio d’ipertensione (p <0,001) e di 1,4 volte nel rischio di malattia coronarica (p =0,006).
L’analisi di randomizzazione mendeliana non lineare hanno suggerito associazioni non lineari del consumo di alcol sia con l’ipertensione sia con la malattia coronarica: il basso comsuno di alcol è risultato associato ad aumenti minimi del rischio cardiovascolare, mentre il consumo più pesante è risultato associato a un aumento esponenziale del rischio di malattia cardiovascolare clinica e subclinica.