Celiachia e insonnia, una review conferma l’associazione
Sono sempre più numerosi gli studi che hanno come oggetto i sintomi extraintestinali della celiachia e il loro impatto sulla qualità di vita dei pazienti celiaci. Tra questi ci sono anche disturbi neurologici, come insonnia e compromissione lieve delle funzioni neurocognitive.
Una review degli studi disponibili su questo argomento, condotta da un team di ricercatori di un pool di università americane, conferma la maggiore prevalenza di insonnia nei soggetti celiaci e offre nuovi dati sulla possibile interferenza della malattia celiaca sulle funzioni neurocognitive.
La review degli studi su celiachia e insonnia
I ricercatori americani hanno selezionato, dalle principali banche dati specializzate, gli studi pubblicati che riportavano la presenza di insonnia o qualsiasi tipo di compromissione cognitiva in pazienti con diagnosi di malattia celiaca, fino al novembre 2023.
Tra le 1.775 pubblicazioni identificate, sono stati selezionati 45 studi che includevano complessivamente 259 pazienti con celiachia confermata da biopsia per i quali è stata verificata la presenza di insonnia e 179 che sono stati sottoposti a test per le funzioni cognitive. La maggioranza dei partecipanti era di sesso femminile (72,7% negli studi sul deterioramento cognitivo e 59,6% negli studi sull’insonnia).
I celiaci hanno una probabilità maggiore di soffrire d’insonnia
L’analisi dei dati, pubblicata sulla rivista “Gut and Liver” ha rivelato nei pazienti celiaci una probabilità aumentata di avere insonnia (odds ratio combinato (OR) 1,85, IC 95% 1.38-2.42) mentre non è stato possibile rilevare l’OR sui sintomi cognitivi per la mancanza di confronto con controlli sani.
Gli autori sottolineano che questi risultati, nonostante una variazione nell’OR relativamente bassa, confermano l’associazione tra malattia celiachia e insonnia già evidenziata da precedenti studi.
In particolare uno studio pubblicato nel 2015 da ricercatori svedesi e americani ha rilevato in una coorte di 2.933 celiaci, a confronto con oltre 14mila soggetti di controllo della popolazione generale svedese, un rischio maggiore di sonno di bassa qualità, sia prima che dopo la diagnosi di malattia celiaca, evidenziato dal numero di prescrizioni di farmaci ipnotici.
Come si spiega l’associazione tra celiachia e insonnia
Quali possono essere i meccanismi alla base dell’associazione tra celiachia e insonnia? Gli autori di questa review indicano tre ambiti, che al momento sono oggetto di indagine: la risposta del sistema immunitario al glutine, l’asse intestino-cervello e le carenze nutrizionali.
Inoltre, sulla qualità del sonno possono influire una serie di sintomi spesso associati alla celiachia come reflusso acido, ansia, depressione e sindrome delle gambe senza riposo.
In uno studio italiano del 2010 tre gruppi di 30 pazienti celiaci hanno riposto a un questionario validato sulla qualità del sonno. È emerso che i pazienti con celiachia, nonostante abbiano una durata del sonno riportata simile a quella dei controlli sani, sperimentano soggettivamente una qualità del sonno inferiore, una maggiore incidenza di disturbi del sonno, un maggiore uso di farmaci per il sonno e una maggiore disfunzione diurna indipendentemente dal carico di sintomi gastrointestinali.
Celiachia e disturbi cognitivi
Un altro dato sottolineato in questa review riguarda i miglioramenti cognitivi osservati con la dieta senza glutine, che, secondo gli autori, dimostra come le risposte infiammatorie innescate dal glutine possono influenzare l’equilibrio dei neurotrasmettitori, contribuendo a manifestazioni cognitive. Su questo filone altri studi hanno verificato anche fattori infiammatori sistemici come livelli elevati di citochine che possono determinare manifestazioni di deterioramento cognitivo, per esempio la cosiddetta “nebbia cerebrale”.
Dalla review emerge anche la mancanza di studi con gruppi di controllo sani che permettano un’analisi comparativa tra celiaci e individui non affetti da celiachia in termini di funzioni cognitive. Inoltre, studi longitudinali potrebbero offrire approfondimenti sulla progressione nel tempo del deterioramento cognitivo nei pazienti con celiachia, facendo luce su potenziali meccanismi e interventi per mitigare i disturbi cognitivi in questa popolazione.
In conclusione gli autori consigliano ai medici di prendere in considerazione lo screening per disturbi del sonno e deterioramento cognitivo per i pazienti a cui è stata diagnosticata la celiachia, con l’obiettivo di facilitare la diagnosi tempestiva di problemi correlati all’insonnia e auspicano ulteriori ricerche per definire meglio i meccanismi per cui la malattia celiaca può portare a disturbi neurocognitivi e del sonno e, di conseguenza, identificare opzioni di trattamento efficaci.
In collaborazione con Dr. Schär