Carni rosse, ridurre il consumo non previene le malattie?
Non ci sono sufficienti evidenze per raccomandare una riduzione del consumo di carni rosse e di carni lavorate al fine di prevenire tumori e malattie cardiovascolari. Queste sono le conclusioni a cui è giunto un panel di 14 esperti americani, che ha pubblicato nuove raccomandazioni nutrizionali sulla prestigiosa rivista Annals of Internal Medicine.
Sulla base di quattro reviews sistematiche degli studi disponibili su consumo di carni rosse e rischio di mortalià per tutte le cause, malattie cardiache e cancro il panel è arrivato a formulare questa raccomandazione: “Il gruppo di esperti suggerisce che gli adulti continuino l’abituale consumo di carne rossa non trasformata (raccomandazione debole, basso grado di evidenza) e l’abituale consumo di carne trasformata (raccomandazione debole, prove di scarsa certezza).”
La motivazione è riassunta dal primo autore dello studio, Bradley C. Johnston, professore associato di Epidemiologia e Salute pubblica alla Dalhousie University di Halifax , Nuova Scozia (Usa):
“Non possiamo dire con certezza che il consumo di carne rossa o carne trasformata provochi il cancro, il diabete o le malattie cardiache.”
Una clamorosa marcia indietro?
La nuova raccomandazione sembra mettere in discussione i più diffusi orientamenti in tema di dieta sana, a cominciare dalle linee guida ufficiali americane (2015–2020 Dietary Guidelines for Americans) che raccomandano di limitare a un giorno alla settimana il consumo di carni rosse e processate.
Non c’è da stupirsi, quindi, che queste raccomandazioni abbiano provocato reazioni allarmate di chi considera questo messaggio pericoloso.
La Chan School of Public Health, Università di Harvard, Boston, MA (Usa) parla di raccomandazioni “irresponsabili” e sottolinea che le basse evidenze di associazione tra consumo di carne rossa e rischio di ammalarsi sono state rilevate con una metodologia che vale per i farmaci, ma non per la valutazione dello stile di vita.
Da parte sua Marji McCullough, dell’American Cancer Society fa notare che questo nuovo studio non ha modificato il livello di rischio.
“Il panel ha trovato lo stesso rischio per il consumo di carne rossa e trasformata rispetto agli studi precedenti- ha dichiarato McCullough- “Quindi non stanno dicendo che il consumo di carne è meno rischioso; stanno dicendo che il livello rischio è accettabile per molti individui”.
“Il problema – conferma Johnston – è che vi è una notevole incertezza sul fatto che la riduzione del rischio oncologico e cardiovascolare sia attribuibile alla carne rossa o ad altri fattori, come un maggiore consumo di fumo o alcol, un basso stato socio-economico o eventualmente fattori genetici.”
Perché conviene ridurre il consumo di carne
La stessa American Cancer Society fa notare che è accertato come una moderata riduzione del consumo di carni rosse e processate sia in grado di abbassare la mortalità totale (13%), la mortalità per malattie cardiovascolari (14%), per cancro (11%) e il rischio di diabete tipo 2 (24%).
“Sulla base di questi dati e della prevalenza del consumo di carne negli Usa – fa notare Edward Giovannucci professore di Nutrizione ed Epidemiologia dell’Harvard Medical School – si può stimare che una moderata riduzione del consumo di carne rossa potrebbe abbassare la mortalità del 7,6%, il che significa avere 200.000 morti in meno all’anno negli Stati Uniti.”
Infine, in un editoriale di commento pubblicato sullo stesso Annals of Internal Medicine, Aaron E. Carroll, e Tiffany S. Doherty dell’Indiana University School of Medicine, ricordano che ci sono altre ragioni, oltre ai vantaggi per la salute, per ridurre il consumo di carne.
Tra queste gli effetti sull’ambiente e l’attenzione per il benessere degli animali da allevamento. “Entrambi questi problemi – scrivono Carrol e Doherty – potrebbero avere maggiori probabilità di influenzare i comportamenti delle persone. E se si traducono in una riduzione del consumo di carne e qualcuno ottiene un beneficio per la salute, tutti ci guadagnano.”