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Inquinamento inverno

L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di Sclerosi Multipla

L’inquinamento causato dal particolato atmosferico(PM10) e soprattutto dalla componente più pericolosa, ossia le cosiddette polveri sottili (PM2,5), è da tempo oggetto di ricerca, per valutarne gli effetti sulla salute della popolazione residente in aree dove la concentrazione degli inquinanti tende a superare i limiti imposti dalle normative.

Gli effetti più noti e studiati dell’esposizione prolungata a inquinanti atmosferici riguardano l’apparato respiratorio e cardiovascolare. Un nuovo studio italiano suggerisce una possibile associazione tra inquinamento atmosferico e una malattia neurologica in aumento, la Sclerosi Multipla.

Lo studio italiano

Lo studio, presentato al congresso virtuale dell’European Academy of Neurology, è firmato da Roberto Bergamaschi e colleghi della Fondazione Mondino IRCCS di Pavia, che hanno indagato l’associazione tra inquinamento atmosferico  e prevalenza di Sclerosi Multipla nella provincia di Pavia, un’area con una popolazione di oltre 547mila residenti.

L’analisi ha incluso 927 pazienti con sclerosi multipla (66% donne). I ricercatori hanno utilizzato l’European Monitoring and Evaluation Programme che ha registrato le concentrazioni di polveri sottili, soprattutto il particolato fine PM2,5, in 188 comuni della provincia tra il 2010 e il 2017.

I ricercatori hanno scoperto che la prevalenza della Sclerosi Multipla nella provincia di Pavia è decuplicata negli ultimi cinquant’anni, passando da 16 casi per 100mila abitanti nel 1974 a 169,4 casi su 100mila abitanti. Il rischio di SM è risultato significativamente più alto nelle persone che vivono nelle aree a più alta concentrazione di PM2,5, dove parametri nella stagione invernale superano i limiti stabiliti dalla normativa europea (25 µg/m³). Complessivamente gli abitanti delle aree urbane hanno un rischio del 29% più alto rispetto agli abitanti delle aree rurali.

SM e fattori ambientali

Presentando questi i risultati del Congresso virtuale EAN, Roberto Bergamaschi ha spiegato: “È noto che le malattie immunitarie come la SM sono associate a molteplici fattori, sia genetici che ambientali. Alcuni fattori ambientali, come i livelli di vitamina D e il fumo, sono stati ampiamente studiati, ma pochi studi si sono concentrati sugli inquinanti atmosferici. Riteniamo che l’inquinamento atmosferico interagisca attraverso diversi meccanismi nello sviluppo della SM e che i risultati di questo studio rafforzino tale ipotesi. Nelle aree a rischio più elevato, stiamo attualmente conducendo studi analitici specifici per esaminare molteplici fattori ambientali probabilmente correlati alla distribuzione eterogenea del rischio di SM.”

Il numero di persone che vivono con la SM nel mondo sta crescendo, con oltre 700.000 malati in tutta Europa. La stragrande maggioranza (85%) dei pazienti presenta SM remittente recidivante, caratterizzata da episodi imprevedibili e auto-limitanti del sistema nervoso centrale. La SM può essere diagnosticata a qualsiasi età,  più spesso tra i 20 ei  40 anni ed è più frequente nelle donne. I sintomi più frequenti comprendono affaticamento, difficoltà di deambulazione, intorpidimento, dolore e spasmi muscolari.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.