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obesità bilancia

Obesità, il digiuno è più efficace della restrizione calorica?

Il digiuno intermittente, ossia l’assunzione di cibo solo in una determinata fascia oraria, non sembra avere un’efficacia maggiore di una dieta a restrizione calorica come strategia per perdere peso. A questa conclusione sono arrivati i ricercatori del Nanfang Hospital di Guangzhou in Cina, che hanno confrontato gli effetti dei due interventi dietetici. La limitazione dei pasti a una sola fascia oraria rispetto alla semplice limitazione delle calorie ha ottenuto effetti leggermente superiori (ma non statisticamente significativi) in termini di perdita di peso e di miglioramento di altri fattori di rischio metabolico.

Il confronto tra digiuno intermittente e restrizione calorica

Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine ha reclutato 139 pazienti adulti con BMI tra 28 e 45. Tra i criteri di esclusione c’erano gravi patologie, abitudine al fumo e chirurgia bariatrica entro l’anno precedente.

A tutti i partecipanti è stata prescritta una dieta ipocalorica (1.500-1.800 kcal al giorno per gli uomini e 1.200-1.500 kcal al giorno per le donne). Per determinare l’impatto aggiuntivo del digiuno, i partecipanti sono stati randomizzati in un rapporto 1:1 in due gruppi, uno dei quali poteva assumere cibo solo dalle 8 alle 16, mentre l’altro mangiava quando voleva. Dopo 6 e 12 mesi i partecipanti sono stati valutati per variazioni di peso, massa grassa e massa magra, BMI e fattori di rischio metabolico (glucosio, trigliceridi, pressione sanguigna).

A un anno di follow-up, 118 partecipanti (84,9%) sono rimasti nello studio. Sebbene i membri del gruppo del digiuno intermittente avessero perso in media leggermente più peso rispetto a quelli del gruppo non a digiuno (media 8,0 kg contro 6,3 kg), la differenza tra i gruppi non era statisticamente significativa (IC 95%, da -4,0 a 0,4; P = 0.11). Anche la maggior parte degli altri parametri tendevano a favorire il gruppo a digiuno, ma ancora una volta nessuno di questi miglioramenti era statisticamente significativo. La circonferenza del peso a 1 anno, ad esempio, è diminuita in media di 9,4 cm nel gruppo a digiuno rispetto a 8,8 cm nel gruppo non a digiuno, una differenza netta di 1,8 cm (IC 95%, da -4,0 a 0,5).

Huijie Zhang, direttore del dipartimento  di endocrinologia e metabolismo del Nafang Hospital, commenta:

I nostri dati suggeriscono che la restrizione dell’assunzione calorica spieghi la maggior parte degli effetti benefici di un regime alimentare limitato nel tempo”.

Tuttavia, Zhang ha definito il digiuno intermittente: “un approccio praticabile e sostenibile per una persona che vuole perdere peso”.

Risultati da verificare con altri studi

È necessario più lavoro, ha detto Zhang, per scoprire l’impatto del digiuno in “diversi gruppi”, inclusi i pazienti con malattie croniche come il diabete e le malattie cardiovascolari. I ricercatori dovrebbero anche condurre studi per confrontare i risultati tra uomini e donne e valutare gli effetti del digiuno con diversa durata.

Editoriali di commento sottolineano i limiti di questo studio, che ha  caratteristiche difficilmente estendibili ad altri campioni di popolazione. Un esempio per tutti è l’alta aderenza (85%) delle persone che hanno accettato le restrizione dei pasti alla fascia oraria dalle 8 alle 16 e, in pratica, per un anno intero hanno rinunciato alla cena.

Alessandro Visca
Alessandro Visca

Giornalista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.