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Meeting ESC 2014 l’innovazione terapeutica è il tema portante

Il programma clinico ODYSSEY e il trial PARADIGM-HF catturano l’attenzione dei cardiologi europei

Barcellona è stata la capitale della cardiologia europea alla fine dell’estate, in occasione del meeting dell’European Society of Cardiology (ESC), l’appuntamento più atteso e importante per gli specialisti impegnati in questa area clinica, che quest’anno ha avuto come tema portante “Innovazione e cuore”. Le novità sono state davvero numerose, ma nello specifico meritano una segnalazione i dati del programma ODYSSEY sull’impiego di alirocumab nel trattamento dell’ipercolesterolemia, e lo studio PARADIGM-HF, in cui è stato testato un nuovo farmaco per lo scompenso cardiaco.

Alirocumab è un anticorpo monoclonale totalmente umanizzato appartenente a una nuova famiglia di agenti ipolipemizzanti noti come inibitori del PCSK9. La molecola è stata testata in differenti classi di pazienti, tra cui anche quelli affetti da ipercolesterolemia familiare nella forma eterozigote (HeFH) che presentavano valori di C-LDL non adeguatamente controllati da terapia con statine o altri agenti ipolipemizzanti.

In tutti gli studi, anche insieme a una terapia con statine al top dello standard di cura, alirocumab ha evidenziato una riduzione significativa e sostenuta della colesterolemia-LDL per oltre un anno, mostrando in parallelo un costante profilo di sicurezza.

I trial FH I e FH II del programma hanno valutato la molecola (dose iniziale 75 mg, da aumentare in caso di necessità) vs placebo in 738 pazienti con HeFH non controllati nonostante la terapia con statine alla massima dose, anche eventualmente associata con ezetimibe. Dopo 24 settimane si è avuta una riduzione del 49 per cento rispetto al basale dei livelli di C-LDL in entrambi i gruppi alirocumab (FH I e FH II) a confronto di un aumento del 9 nell’FH I e del 3 per cento nell’FH II nei gruppi placebo (p<0,0001). Il trend è stato confermato anche a 52 settimane.

Nonostante dunque, una gran parte dei pazienti dell’ODYSSEY FH I e FH II avesse alti livelli di C-LDL al basale, almeno il 70 per cento dei soggetti trattati con alirocumab ha raggiunto l’obiettivo di trattamento.

Era il trial più atteso del meeting, e non ha deluso le aspettative. Si tratta di PARADIGM-HF uno studio che ha dato conferme sul profilo di efficacia e sicurezza di LCZ696, farmaco sperimentale in studio nello scompenso cardiaco; patologia che resta associata ad alta morbilità ed elevata mortalità, frequenti ricoveri e una qualità della vita ridotta, nonostante le terapie attualmente disponibili.

Noto come ARNI (inibitore del recettore dell’angiotensina e della neprilisina), il farmaco è una combinazione di valsartan (inibitore dell’angiotensina II) e di AHU-377 (inibitore della neprilisina). LCZ696, compressa in doppia somministrazione giornaliera, è un farmaco first-in-class che agisce con diverse modalità sui meccanismi cardiaci neurormonali, bloccando i recettori responsabili di effetti dannosi e stimolando al contempo i meccanismi protettivi.

PARADIGM-HF è uno studio randomizzato in doppio cieco, di fase III disegnato per valutare il profilo di efficacia e di sicurezza di LCZ696, nel confronto con enalapril (ACE-inibitore largamente usato), in 8.436 pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico con frazione di eiezione ridotta (HF-REF). Anche l’Italia ha preso parte allo studio, coinvolgendo più di 200 pazienti in diversi centri sul territorio. L’endpoint primario combinato, era il tempo prima che si verifichino il decesso per cause cardiovascolari o il ricovero per scompenso cardiaco. Il trial è stato avviato nel dicembre 2009 ed è attualmente il più esteso studio clinico mai condotto nello scompenso cardiaco.

I risultati indicano una riduzione dell’ordine del 20 per cento per cento sul rischio di decesso per cause CV (p =0,00004), del 21 per cento per le ospedalizzazioni (p =0,00004) e del 16 per cento per la mortalità per tutte le cause (p =0,0005). I risultati ottenuti sono davvero incoraggianti e dimostrano una potenziale superiorità di LCZ696 rispetto all’ACE-inibitore, in termini di sopravvivenza e di riduzione delle riospedalizzazioni nei pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico e con funzione ventricolare sinistra ridotta. Questi dati aprono la strada verso un potenziale cambiamento radicale nel trattamento dello scompenso cardiaco cronico, perché per la prima volta una nuova molecola ha mostrato risultati superiori all’attuale standard terapeutico.

 

Ultima revisione: 8 Marzo 2017 – Pierpaolo Benini

Pierpaolo Benini

Giornalista pubblicista, fotografo, webmaster.